Pu+Ra HPE – Lancia, la nuova era è cominciata – VIDEO

Dopo due anni di parole, indagini filologiche, dissertazioni concettuali, anticipazioni, ecco, finalmente, il futuro di Lancia in the flesh, in carne e ossa diremmo in italiano: lamiere, vetri, cerchi e gomme, plastiche, luci e schermi digitali, tutto vero, tutto funzionante. Non è più una scultura, come quella che fu mostrata a novembre dello scorso anno. Sabato 15 aprile, nella cornice del Museo della scienza e della tecnologia di Milano, l’idea di Lancia è uscita dalla cerebralità ed è scesa in strada.

High performance electric. Certo non è ancora di serie, e neppure lo anticipa, un modello di serie preciso. Ne anticipa infatti tre: la nuova Ypsilon, attesa all’inizio dell’anno prossimo, quindi una crossover di 4 metri e 60 che giocherà il ruolo di ammiraglia, nel 2026, e che si chiamerà Gamma. Infine, una reinterpretazione della mitica Delta, nel 2028. Insomma, la Pu+Ra HPE è un manifesto programmatico, che dà l’idea dell’indirizzo di stile del brand. Ma manifesto assai concreto. E giocato su un dialogo colto tra passato e futuro, pieno di citazioni e richiami alla Lancia di ieri ma nello stesso tempo proiettato nel domani del marchio. Già a partire dalla sigla HPE nel nome, che rimanda sì alla mitica versione High performance estate della Beta del 1975, ma per l’occasione diventa acronimo di High performance electric, alludendo al futuro ad elettroni del brand torinese. Una doppia cifra comunicativa che dalla parola si estende al meta-linguaggio del colore: così la vernice a effetto metallo liquido Progressive green strizza l’occhio al famoso azzurro Vincennes della Flaminia GT Touring, ma gioca anche su una subliminale suggestione di sostenibilità e rispetto per l’ambiente.

C’è già un po’ di nuova Ypsilon. Il frontale, nel riproporre la rivisitazione del famoso calice Lancia in termini di segmenti luminosi a Led che già si era visto sulla scultura di novembre (battezzata Pu+Ra Zero), ci dà un’idea più precisa del suo andamento spaziale, sormontata da una piastra nera che definisce il profilo anteriore del cofano, al quale corrisponde in basso un vistoso splitter. Vi facciamo una rivelazione: lo splitter ci sarà anche sulla Ypsilon, benché meno marcato. La concept prosegue con un cofano piatto e una fiancata che disegna un sensualissimo incavo a bottiglia di Coca Cola, ma pulitissimo, giocato su pieni e vuoti, luci e ombre, privo di spigoli vivi, eppure molto asciutto, moderno, dinamico. E con un andamento digradante verso la coda che richiama la linea di carattere dell’Aurelia e di tanti altri modelli successivi (e pure questo sarà sulla Ypsilon).

Echi di Stratos. La coda, bassa, levigata (quasi osso di seppia), è sormontata da un vistoso spoiler che integra le luci rotonde, esplicito richiamo alla Stratos, e la scritta Lancia per esteso e tridimensionale. Il lunotto, avvolgente, è solcato da una serie di linee orizzontali serigrafate che costituiscono un altro aperto riferimento al passato, ancora una volta alla Beta HPE, con la sua tendina a veneziana posteriore. Le superfici vetrate sono molto ampie e culminano in un tettuccio apribile dalla inconsueta forma circolare.

Quel curioso tettuccio circolare. Il tettuccio è funzionante, non posticcio, e si apre con una metà che ruota e va a sovrapporsi all’altra. A quanto sappiamo, l’idea sarebbe di portarlo in produzione. Perché? Secondo la Casa risponde a una delle forme geometriche elementari – il cerchio e il triangolo – con cui gioca il design della concept. E indubbiamente sarebbe un fattore di distinzione in un mercato che prevede l’adozione generalizzata di tettucci squadrati (come peraltro logico su una superficie retrangolare qual è il tetto di un’automobile). Il fatto è che la forma circolare sulla Pu+Ra HPE crea anche un’immediata corrispondenza tra l’esterno e gli interni, che – frutto di una collaborazione con la firma di arredamento Cassina – dalle forme sferiche appaiono dominati.

Che spettacolo, la plancia. Rotondi sono i tavolini portaoggetti, realizzati in acetato di cellulosa, rotondi i tappeti in lana naturale, rotonda o semicircolare la superficie della plancia, che diventa protagonista di una dinamica scenografica quando si accende la vettura: la porzione centrale si inclina e prende vita trasformandosi in un mega ponte di comando digitale. Tasti fisici ridotti al minimo, se si eccettuano la selezione del cambio automatico, sul tunnel centrale e poco altro, tra cui il pulsante per attivare il dispositivo Sala.

Intelligenza in Sala. Sala è ovviamente un acronimo che sta per Sound air light augmentation e permette, basato su tecnologie di intelligenza artificiale sviluppate a livello di gruppo Stellantis, di impostare in modo rapido, alla pressione di un tasto, combinazioni di illuminazione, suono e climatizzazione ideali. Tre sono le modalità pre impostate: Immersive, facendo leva sulla tecnologia Chamaleon, sarebbe in grado di adattare l’atmosfera dell’abitacolo a livello di suono, aria e luce, in base alle condizioni dell’ambiente esterno, migliorando così l’esperienza di guida; Well-being, supportato dall’IA Tape (Tailored predictive experience) di Stellantis, anticiperebbe gli stati d’animo del guidatore e dei passeggeri, proponendo un’atmosfera a bordo che ne migliori il benessere; Entertainment è fatto su misura per le soste (per esempio, durante le ricariche) e permette di vedere film in streaming, giocare o navigare sui social.

Materiali gentili. A guidare designer e progettisti nella realizzazione dell’abitacolo è stata la ricerca di quell’home feeling che fa da sempre parte della tradizione del marchio, ma anche l’attenzione alla sostenibilità. L’obiettivo di Lancia, infatti, è di avere i due terzi delle cose che a bordo si possono toccare composte di materiali riciclati e riciclabili. La concept ne fornisce alcuni esempi: i pannelli porta sono rivestiti di Mar/More, un materiale innovativo composto fino al 50% di scarto di polvere di marmo (da cui l’assonanza nel nome commerciale con il termine latino marmor), tessuto riciclato, realizzato con colori naturali, morbido e impermeabile, realizzato da Limonta con la startup Fili Pari. Il ripiano posteriore della vettura avvolge i sedili con un intarsio di legno realizzato, in collaborazione con l’azienda Tabu, con scarti di lavorazione di differenti essenze lignee di alta qualità, recuperati e ricomposti da esperti ebanisti, per diventare un nuovo materiale originale ed eclettico.

Appuntamento al 2024. Insomma, il futuro della Lancia è incominciato. Un futuro fatto di design, individuato come uno dei valori fondanti del marchio, nella sua connotazione italiana, di sostenibilità in senso lato, incluso l’aspetto dei materiali, e di propulsione elettrica. Per vederlo incarnato in un prodotto di serie bisognerà aspettare, come per la gestazione di un bebè, circa nove mesi, quando a gennaio 2024 sarà svelata la nuova Ypsilon. Che sarà anche l’unico dei tre modelli attesi a essere offerto con motore termico mild hybrid (a 48 volt) oppure elettrico. I prodotti che seguiranno dal 2026 dovrebbero nascere sull’architettura Stla Medium di Stellantis e saranno offerti con la sola alimentazione elettrica.