Revisioni – Dal 3 gennaio si potrà chiedere il mini rimborso

Scatterà il 3 gennaio la possibilità, per i primi 402 mila fortunati che lo chiederanno, di ottenere un parziale rimborso dell’ingiustificato aumento della tariffa revisioni varato un anno fa dal parlamento, su pressione della lobby degli autoriparatori, con la legge di Bilancio per il 2021 ed entrato in vigore l’1 novembre scorso.

Buono veicoli sicuri. Il primo giorno lavorativo dell’anno sarà infatti attivata la piattaforma informatica denominata “Buono veicoli sicuri”, accessibile dal sito internet del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Chi ha effettuato il controllo periodico del veicolo in un centro privato a partire dall’1 novembre potrà, previa registrazione, chiedere un rimborso di 9,95 euro a parziale compensazione dei 12,14 euro di aumento reale della tariffa (9,95 euro + Iva). Per presentare la domanda, i cittadini interessati dovranno accedere alla piattaforma attraverso l’identità digitale Spid, oppure la Carta d’identità elettronica (Cie) o la Carta nazionale dei servizi (Cns), compilare il modello disponibile sulla piattaforma e allegare la copia dell’attestazione dell’avvenuto pagamento della revisione.

Rimborso sul conto corrente. Ma non per tutti. Il rimborso arriverà direttamente sul conto corrente indicato. Ma, come detto, non sarà per tutti. A questa iniziativa, infatti, il parlamento ha destinato appena 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021-2023 e ha previsto il contributo per un solo veicolo a motore e per una sola volta nel triennio. A conti fatti, potranno usufruire della misura appena 402 mila persone sugli oltre 16 milioni che ogni anno fanno sottoporre a controllo il loro veicolo. E saranno i primi 402 mila che chiederanno il rimborso.

Aumentano i ricavi netti dei centri revisione. Si calcola che l’aumento della tariffa farà salire a quasi 100 mila euro all’anno il ricavo medio netto all’anno di ogni centro revisione. Tale dato non potrà che incrementare ulteriormente il già forte appeal di questo business: solo negli ultimi sette anni, infatti, i centri autorizzati sono aumentati del 20% passando dai 7.602 di fine 2013 ai 9.143 di fine 2020.