Roma – Asfalto colabrodo, al via un piano per riqualificare 700 strade

Chissà se è la volta buona per togliere a Roma il non invidiabile titolo di capitale mondiale delle buche L’intenzione da parte del sindaco Roberto Gualtieri c’è, almeno a giudicare dal piano annunciato in Campidoglio che prevede, entro il 2026, il rifacimento di tutte le principali strade cittadine, l’80% delle quali verrebbero riqualificate ancora prima, entro il 2024. L’impegno è notevole, visto che si tratta d’intervenire su 800 chilometri di viabilità principale, pari a 700 strade interessate dal 65% del traffico cittadino; i lavori da effettuare prevedono uno scavo della superficie fino a 50 centimetri di profondità, in modo da realizzare opere che abbiano una durata temporale significativa.

I fondi. L’impegno economico è consistente, visto che la stima è di 300 milioni di euro, 83 dei quali provenienti dalle casse comunali e 217 appartenenti, invece, agli stanziamenti previsti per il Giubileo del 2025. Ma il conto sale a 500 milioni, se si tiene conto anche degli interventi previsti per i marciapiedi, la sistemazione dei sanpietrini e il miglioramento della viabilità secondaria. Per ridurre gli inevitabili disagi, i lavori saranno eseguiti soprattutto in orario notturno. Il piano di riqualificazione delle strade della capitale di fatto è comunque già stato avviato: nell’ultimo anno e mezzo i cantieri hanno interessato circa 200 km di strade, mentre altre, come la Tangenziale est e la Trionfale, saranno presto oggetto dei lavori. Quanto ai sanpietrini, il piano prevede in parte la loro sostituzione con normale asfalto, in parte (per una superficie totale di 40 mila metri quadri) la loro riqualificazione.

La reazione. Agli annunci del sindaco Gualtieri il Movimento 5 Stelle ha però reagito duramente, parlando di “sogni venduti ai cittadini”. Secondo Paolo Ferrara, membro del Consiglio nazionale M5S, i fondi stanziati saranno investiti sulla grande viabilità, che costituisce soltanto il 20% delle arterie capitoline, mentre i Municipi non hanno le risorse necessarie per gestire 7 mila chilometri di strade. Le buche, secondo Ferrara, stanno infatti nelle periferie, dove la situazione è drammatica.