Roma – Circolazione dei veicoli storici: nuovo ricorso nella Capitale

scontro sui veicoli storici a Roma. Da un parte il Comune, che limita la circolazione dei veicoli più inquinanti nella Zlt Fascia Verde, inclusi i mezzi di interesse storico e collezionistico; dall’altra Asi e Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia che fanno un nuovo ricorso al Tar Lazio contro l’amministrazione capitolina, rea di “disattendere le recenti sentenze del Consiglio di Stato e proprio del Tar“. Queste hanno stabilito la necessità di bilanciare due tutele, “quella dell’ambiente e quella, di pari dignità costituzionale, del patrimonio storico e culturale in cui il motorismo storico a pieno titolo si iscrive”.

La situazione. L’ordinanza comunale in vigore dal 1 novembre 2023 al 31 marzo 2024 vieta accesso e circolazione dei veicoli certificati di interesse storico e collezionistico da lunedì a sabato (esclusi festivi) nella gigantesca Fascia Verde. C’è una mini deroga dalle 20.00 di venerdì alle 24.00 di sabato per mezzi col Certificato di rilevanza storica alla data di entrata in vigore del provvedimento. Nessuna concessione per la partecipazione a eventi né per eseguire la loro manutenzione. Di qui la domanda polemica di Asi e Registri storici: Come si fa quindi a conservarli, usarli in sicurezza e a fruirne per il turismo lento a cui sono dedicati?.

Impoverimento. Il risultato, denuncia il presidente Asi Alberto Scuro, è che i veicoli storici non vengono più acquistati da chi abita a Roma, ma ceduti a chi abita dove il loro utilizzo è normato diversamente, in Italia e all’estero. Un impoverimento non sensato, con la filiera delle attività collegate in ginocchio. Leggi e sentenze a parte, non c’è nessuna evidenza che le restrizioni alla circolazione dei veicoli storici migliorino la qualità dell’aria, chiosa Scuro.

Libertà totale? No. L’Asi tiene a precisare un punto: non si chiede al Comune che i veicoli di interesse storico e collezionistico circolino liberamente. Ma che, se in possesso di una certificazione riportata sul libretto di circolazione (e quindi tracciabili con esattezza dal ministero delle Infrastrutture), si muovano con normative dedicate.  Non sarebbero mezzi d’uso quotidiano e non potrebbero intasare ulteriormente il traffico della capitale bypassando le regole antinquinamento.