Sicurezza stradale – Concluso il progetto per la mappatura dei punti pericolosi
Si è conclusa con la raccolta di 1.031 segnalazioni la prima parte del progetto#StopStradeKiller, promosso dall’Associazione familiari vittime della strada in collaborazione con SMA Road Safety, azienda del Gruppo Industry AMA di Marcianise (CE) specializzata nella progettazione e produzione di attenuatori d’urto, barriere laterali e terminali di guard-rail. Il programma ha coinvolto 14 persone imputate, indagate o condannate per reati connessi alla guida (in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti), in carico agli uffici di esecuzione penale esterna del ministero della Giustizia e assegnate all’Associazione per la sospensione del procedimento penale con messa alla prova o effettuazione di pena sostitutiva.
Il progetto. Dopo un’adeguata formazione sul tema, tenuta da Roberto Impero (ceo dell’azienda), i partecipanti hanno imparato a identificare e segnalare gli ostacoli fissi presenti sulle strade di loro competenza. L’idea parte dalle statistiche Istat, secondo le quali nel 2021 sono stati registrati 9.421 incidenti con urto da parte di un veicolo contro un ostacolo presente sulla carreggiata, mentre 12.384 sono state le uscite di strada: entrambe situazioni che sono sovente riconducibili anche alle scarse condizioni di sicurezza della strada. Le 1.031 schede compilate dai partecipanti e raccolte in 45 località di cinque province (Torino, Milano, Venezia, Bologna e Roma) hanno permesso di segnalare situazioni a rischio dovute alla presenza di alberi, portali della segnaletica stradale, svincoli, pali della luce e piloni non adeguatamente protetti, ma anche a guardrail non a norma o con le parti terminali pericolosamente deformate e ripiegate. Tutti ostacoli che, in caso di uscita di strada, possono trasformarsi in minacce letali e alle quali gli enti proprietari delle strade dovrebbero prontamente porre rimedio. Le segnalazioni raccolte e convalidate dagli ingegneri della società sono state inviate alle prefetture e ai gestori delle strade coinvolte; il progetto riprenderà poi nei prossimi mesi con un’iniziativa dedicata alle strade del Mezzogiorno.
Le colpe. La mappatura, certamente parziale ma significativa, secondo Roberto Impero ha consentito di verificare come la progettazione di alcuni svincoli o tratti stradali sia obsoleta o non risponda più alle norme, nonostante spesso si tratti di punti in cui si sono già verificati tragici incidenti; i continui rimpalli sulle competenze tra enti diversi rallentano in molti casi la risoluzione dei problemi. Spesso i gestori adottano l’imposizione di un limite di velocità di 30 o 40 km/h, impossibile di fatto da rispettare, ma utile per scaricare sui conducenti eventuali responsabilità: Non si tratta però di una soluzione, commenta Impero, ma di una pezza che consente di non intervenire in modo risolutivo, fornendo al contempo un alibi al gestore nell’eventuale fase giudiziale, senza però tutelare gli utenti che ogni giorno percorrono la stessa strada. Così finisce che la sottovalutazione del problema risulta spesso più costosa, in termini sociali ed economici, della sua risoluzione.