Sicurezza stradale – Un italiano su tre non usa la cintura
L’80% dei passeggeri posteriori non indossa la cintura di sicurezza, non lo fa il 31,9% dei passeggeri anteriori e addirittura il 28,4% dei conducenti. Lo rivela un’indagine promossa dall’Anas sulle cattive abitudini degli automobilisti lungo le strade e autostrade non a pedaggio. La rilevazione, condotta dallo studio bolognese Righetti e Monte ingegneri e architetti associati con il contributo dell’unità di ricerca in psicologia del traffico dell’Università Cattolica, mostra anche che un automobilista su due non usa seggiolini per bambini e il 12,4% fa un utilizzo improprio del cellulare. Impietosi anche i dati sull’uso degli indicatori di direzione (il 55,6% non ne fa uso nella manovra di sorpasso, il 76,5% non lo fa durante il rientro, il 59,2% non li usa in ingresso da una rampa e il 43,7% non la fa in uscita su una rampa).
Seimila rilevazioni su tre arterie. L’indagine è stata svolta nei mesi di luglio e settembre 2021. Gli operatori, tre su ogni macchina, hanno percorso circa 2 mila chilometri con autovetture di monitoraggio prive di insegne ma dotate di telecamere ad alta risoluzione per le riprese in movimento lungo tre arterie: l’autostrada A90 Grande Raccordo Anulare di Roma, la statale 336 della Malpensa e la statale 700 della Reggia di Caserta. In tutto sono state ricavate 60 ore di registrazione e sono state effettuate oltre 6 mila rilevazioni dirette.
Gli uomini fanno peggio delle donne. Come quasi sempre accade, le violazioni rilevate cambiano in base al genere, alla tipologia di strada, all’età dell’utenza e al tipo di veicolo. Vediamo nel dettaglio. Mentre l’uso improprio del cellulare non cambia sostanzialmente tra uomini (12,8%) e donne (11,3%), il mancato uso delle cinture da parte del conducente e del passeggero anteriore è più marcato tra gli uomini (32,15 contro 16,5% per quanto riguarda i conducenti e 34% contro 25,5% tra i passeggeri). Sui sedili posteriori, invece, si comportano peggio le donne: non si allaccia la cintura l’85,7% rispetto al 77,2% degli uomini, così come sul mancato uso dei dispositivi per bambini: 53,1% di donne contro 45,6% di uomini.
I giovani sono più indisciplinati. Se si disaggregano i dati per fasce d’età, l’uso improprio del cellulare è prevalente tra i 18 e i 40 anni (18%) e scende al crescere dell’età: 11,4% tra 40 e 60 anni, 5,6% tra gli ultrasessantenni. Meno marcate le differenze sul mancato uso della cintura di sicurezza, ma in generale le violazioni diminuiscono al crescere dell’età, con la sola eccezione del passeggero posteriore che vede la fascia 40-60 anni primeggiare per violazioni. Sensibili le differenze sui seggiolini per bambini: mentre nella fascia 18-40 le violazioni si verificano nel 30,6% dei casi, si sale al 60% nella fascia 40-60 e al 75% per gli ultrasessantenni.
In auto meglio che sui veicoli commerciali. Disaggregando per tipologia di veicolo, in tutte le situazioni i conducenti di veicoli commerciali fanno peggio dei guidatori di auto: 14,6% contro 11,8% per il cellulare, 47,7% contro 22,6% sull’uso della cintura da parte del conducente, 67% contro 26,3% sulla cintura del passeggero anteriore, 100% contro 78,8% per il passeggero posteriore. Sugli indicatori di direzione, invece, gli automobilisti fanno peggio: 63,3% di violazioni in manovra di sorpasso per le auto contro il 38,5% dei veicoli commerciali, l’81,2% in manovra di rientro rispetto al 65%, il 53,7% contro il 62% in entrata da rampa, il 35,8% contro il 49% in uscita da rampa.
Bocciati gli utenti della SS700 della Reggia di Caserta. Se, infine, si disaggrega per tipo di infrastruttura, si scopre che, in generale, le violazioni si impennano sulla statale 700 della Reggia di Caserta (55,6%), diminuiscono sul Grande raccordo anulare di Roma (24,1%) e, ancor più, sulla statale 336 della Malpensa (13,3%). Per esempio, sull’uso del cellulare si va da un massimo del 17,9% sulla SS700 a un minimo del 9,7% sulla SS336, sul mancato uso della cintura da parte del conducente si va da un massimo del 60,7% sulla SS700 a un minimo del 13,3% della SS336, sul mancato uso delle cinture di sicurezza si va dal 73,2% della SS700 al 22,7% della SS336.
Grazie all’indagine, interventi ad hoc. La disponibilità di questo patrimonio informativo, ha commentato Franco Righetti, che ha curato la ricerca, consentirà ad Anas di poter progettare e avviare concrete campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale che possano risultare centrate’ sui principali fattori di rischio individuati come il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e utilizzo improprio del telefono cellulare durante la guida e orientate’ nei contenuti specifici per tipologia di utenti, per esempio i giovani.
Fatali le (cattive) abitudini. Lo studio ha analizzato alcuni tra i fattori psicologici che influiscono sulla mancata percezione del rischio alla base dei comportamenti all’origine degli incidenti stradali, distinguendo tra le violazioni deliberate al codice della strada e gli errori del conducente (per esempio sviste, manovre o valutazioni errate). Tanto le violazioni registrate, quanto i comportamenti che portano alla distrazione, causa frequente di incidenti, appaiono riconducibili ai medesimi bias cognitivi, ha spiegato Federica Biassoni, docente dell’Università Cattolica, che ha svolto l’analisi dei fattori alla base dei comportamenti alla guida. Il ruolo dell’abitudine e dei vantaggi percepiti ci permettono di spiegare i comportamenti rischiosi emersi dalle osservazioni su strada. La conoscenza del collegamento tra tali fattori alla base del funzionamento mentale dei guidatori e i comportamenti di rischio potrà essere di aiuto ad Anas nella progettazione di interventi sia infrastrutturali sia di formazione.
Maxi investimenti dell’Anas. E a proposito di Anas, nella prospettiva di ridurre del 50% le vittime di incidenti stradali entro il 2030, l’ente fa sapere di avere aumentato le risorse da destinare alla manutenzione programmata: 15,9 miliardi (+44% rispetto alle precedenti annualità) per l’adeguamento e messa in sicurezza della rete anche attraverso pavimentazioni sempre più performanti.