Silk-Faw – L’Emilia-Romagna revoca i fondi per la supercar italo-cinese
Scorrono i titoli di coda della favola Silk-Faw, società che avrebbe dovuto costruire nella Motor Valley supercar elettriche e ibride con capitali sino-americani e know-how italiano. L’ultimo atto di questa vicenda, che Quattroruote ha sempre seguito da vicino raccontando prima la nascita e poi il declino di questo ambizioso progetto, è la revoca da parte della Regione Emilia-Romagna tramite un atto dirigenziale della Giunta – del contributo di 4,5 milioni di euro a favore della joint venture che avrebbe dovuto aprire un polo produttivo a Gavassa (Reggio Emilia). Contestualmente, è saltato anche il patto per la costruzione dello stabilimento.
In estate l’ultimatum. Nel documento della Giunta si parla di una rinuncia all’accordo di insediamento e sviluppo sottoscritto in data 27 aprile 2022″ da parte della stessa società, che di fatto annulla l’intesa con la Regione sia per quanto riguarda le strutture sia per i fondi pubblici. Finanziamenti che la Silk-Faw si era aggiudicata partecipando a un bando regionale, nel 2021, ma che non ha ricevuto, essendo questi vincolati a investimenti (mai sostenuti) da parte della società stessa. Dunque, probabilmente si è giunti all’atto finale di un’iniziativa che aveva creato grandi aspettative, salvo poi attraversare una lunga serie di intoppi, ritardi, fino alla dipartita del partner cinese nel maggio scorso. A luglio, l’ultimatum della Regione: “O ci danno novità presentando il piano progettuale alla stampa o il progetto per noi è chiuso”, aveva detto l’assessore allo sviluppo economico, Vincenzo Colla. E così è stato.
La vicenda. La Silk-Faw doveva essere una nuova eccellenza automobilistica. Nell’aprile del 2020, la Silk EV, azienda modenese dell’americano Jonathan Krane, aveva annunciato il sodalizio con il costruttore cinese Faw per produrre nei dintorni di Reggio Emilia auto elettrificate ad alte prestazioni. Di primissimo piano i collaboratori coinvolti: Walter de Silva, Amedeo Felisa, già amministratore delegato della Ferrari, Roberto Fedeli (ex progettista e direttore tecnico alla Ferrari e all’Alfa Romeo) e Katia Bassi, manager con un passato in Ferrari, Lamborghini, Aston Martin, successivamente scomparsa per una malattia. L’azienda presenta alla stampa anche una vettura, la S9, supercar ibrida pensata con un V8 di 4.0 litri abbinato a tre motori elettrici, per una potenza complessiva di 1.400 CV. Si prospettava, nei piani, il lancio di modelli elettrici puri, con diverse varianti di carrozzeria, spaziando dalle Suv a una grande berlina sportiva. Tutto si ferma a un prototipo, nulla più. Nel frattempo, si susseguono diverse uscite: Felisa e Fedeli vanno all’Aston Martin e anche de Silva si defila. L’acquisto dei terreni di Gavassa non viene finalizzato e la società non paga l’affitto per gli uffici dove lavorano i primi dipendenti; quest’ultimi, in arretrato con gli stipendi, si dimettono in buona parte. Saltano anche pagamenti di fatture dei fornitori, come Dallara e HPE Coxa. Nei mesi scorsi, poi, viene alla luce che, dal maggio scorso, il nome del partner cinese è sparito da quello della società: Silk-Faw Automotive Group Italy diventa, infatti, la Silks Sports Car Company, di proprietà di una società di Dublino che fa riferimento a un solo socio, le cui tracce si trovano alle isole Cayman, noto paradiso fiscale caraibico. E così si arrivaa pure alla revoca ufficiale del finanziamento pubblico, che, alla luce di tutto ciò, appare quasi una formalità.