Silk-Faw – Progetto sullorlo del precipizio: lunedì l’incontro decisivo
Ancora poche ore e si saprà il destino del progetto Silk-Faw, la joint venture cino-statunitense intenzionata a investire fino a 1,3 miliardi di euro per realizzare una fabbrica automobilistica alle porte di Reggio Emilia. Per lunedì 25 luglio è infatti programmato un incontro telefonico tra l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, e i massimi rappresentanti dell’azienda: dovrebbe essere risolutivo ma, stante quanto avvenuto nelle ultime settimane, il condizionale è d’obbligo. Colla, comunque, è stato categorico nel chiedere alla Silk-Faw e, in particolare, al presidente Jonathan Krane, di “portare novità e di rendere pubblico l’impegno. Un ultimatum in piena regola, anche se non l’unico indirizzato di recente alla joint venture. La quale, finora, non ha dato grandi risposte: lo dimostra la mancata firma del rogito per l’acquisto dei terreni dell’area di Gavassa.
Segnali negativi. In tal senso, i segnali degli ultimi mesi sono tutto tranne che positivi. Non esiste più un ufficio stampa con cui interfacciarsi, il sito internet dedicato al progetto non è aggiornato e i canali social sono fermi a diversi mesi fa. Nel mentre, è avvenuta una vera e propria diaspora a piani alti del management. La Silk-Faw, anche per dimostrare la serietà dei suoi propositi, si era lanciata in una campagna acquisti di primissimo livello, assumendo grandi nomi dell’automotive italiano come Amedeo Felisa, uno dei grandi protagonisti della rinascita della Ferrari negli anni successivi alla scomparsa del fondatore Enzo, Roberto Fedeli, ingegnere considerato il padre dell’Alfa Romeo Stelvio e della Ferrari LaFerrari, e, su tutti, Walter De Silva, uno dei designer di auto più famosi e celebrati al mondo. La joint venture è anche riuscita a strappare alla Lamborghini la responsabile marketing Katia Bassi per affidarle il timone dell’intero progetto. Negli ultimi mesi, però, Felisa e Fedeli si sono accasati all’Aston Martin mentre Da Silva, dopo aver messo la sua firma sulla hypercar S9, non ha fatto altre uscite pubbliche.
Il redde rationem. Bassi, rimasta in azienda, alla fine di aprile ha cercato di sgombrare il campo da qualsiasi illazione, confermando il progetto e il relativo cronoprogramma. Da allora, però, è calato il silenzio. E non solo. Le conseguenze economiche e politiche della guerra in Ucraina, il continuo rinvio della firma del rogito, i dubbi sulla reale consistenza finanziaria del progetto, le difficoltà nella ricerca dei capitali e la struttura dell’operazione (la Silk-Faw fa riferimento a un veicolo societario con sede alle Cayman e, alla fine, i cinesi sono in netta minoranza con il loro 15% del capitale) hanno aumentato le perplessità, in particolare tra i rappresentanti delle istituzioni regionali e reggiane, pronti a garantire 9 milioni di euro tra contributi e agevolazioni pur di sostenere un’iniziativa in predicato di impiegare almeno un migliaio di lavoratori. Ora è finalmente arrivato il redde rationem: lunedì 25 luglio si saprà se il sogno di Reggio Emilia di dotarsi di un grande impianto automobilistico e di entrare di diritto le città di riferimento della Motor Valley è destinato a trasformarsi in realtà, oppure a una fine ingloriosa.