Sportequipe 8 – Alza l’asticella con l’ibrido plug-in – VIDEO

Dopo aver introdotto nei listini le Suv 5, 6 e 7, il marchio Sportequipe torna sotto i riflettori lanciando il quarto modello della sua gamma, che prosegue con la sequenza numerica e introduce in famiglia la cifra 8. Una scelta indicativa della connotazione di questa nuova proposta, che andrà a rivestire il ruolo di ammiraglia del neonato brand figlio del gruppo DR.

Ibrida plug-in ora. Con l’aggiunta del Gpl più avanti. La 8, frutto delle ormai note sinergie che legano l’azienda molisana al know-how della cinese Chery, esprime nelle sue scelte tecniche il tratto più interessante: qui ci sono tre motori, un termico e due elettrici montati sul cambio che collaborano nell’ambito di un powertrain ibrido plug-in. Il primo dei due verrà offerto più avanti anche in una versione bifuel che potrà essere alimentata a Gpl, per una combinazione che rappresenterà a tutti gli effetti un unicum sul nostro mercato.

Sguardo deciso. Presentata lo scorso ottobre al Salone di Parigi, la Sportequipe 8 è una sport utility lunga circa 4,7 metri (praticamente come un’Alfa Romeo Stelvio) che si caratterizza per un design piuttosto deciso, a rimarcare anche a livello estetico le ambizioni di posizionamento. Una considerazione valida soprattutto per il frontale, dominato da una grande griglia esagonale affiancata da prese d’aria supplementari che ne riprendono il pattern tipo nido d’ape e alla cui connotazione contribuiscono anche i gruppi ottici principali con i Led a “L”.

Stile equilibrato. Il lavoro non farà gridare al miracolo stilistico, ma ha la sua efficacia nell’esprimere i valori che intende veicolare. Soprattutto, non denota difetti di coerenza tra le varie parti della carrozzeria: il primo volume, ben definito, si raccorda correttamente con la linea di cintura molto orizzontale; la quale, a sua volta, genera un montante C piuttosto dinamico, capace di conferire una certa personalità al tre quarti. In questa zona, la Sportequipe 8 ricorda un po’ la Jeep Compass, così come a livello di fanaleria posteriore, ma nell’insieme ha una sua credibilità.

Quanti richiami ai marchi premium. I rimandi a modelli occidentali, del resto, non mancano nemmeno negli interni: la configurazione a doppio schermo affiancato, con strumentazione e infotainment ospitati in un unico elemento a sviluppo orizzontale, è ormai un classico sulle auto europee di questa fascia. E lo stesso vale per il terzo schermo, più in basso, per i comandi del clima, che trova un diretto parallelo sulle Audi di alta gamma. Al contrario, le razze del volante multifunzione del modello esposto l’anno scorso al Salone di Parigi (identiche a quelle che usava la Mercedes fino a meno di due anni fa, prima del ciclo di restyling che ha interessato buona parte della gamma), sono state sostituite da elementi inediti, più convenzionali, ma se non altro specifici.

Sprazzi di originalità, sette posti e buone finiture. Se le “citazioni” sono tante ed evidenti, non mancano gli spunti originali, come i comandi a sfioramento del cambio automatico: una soluzione che riguarda anche il selettore delle modalità di funzionamento del powertrain e che relega la “fisicità” ai comandi dell’avviamento e del selettore delle modalità di guida. La Sportequipe 8 offre anche una terza fila di sedili, con due sedute senza dubbio di fortuna, ma utili per qualche straordinario sui brevi spostamenti. Last but not least, la finitura: su questo fronte non ci sono cadute di stile significative, anzi, perché la Sportequipe 8 sa mettere in mostra un livello complessivo soddisfacente, almeno a prima vista.

Due full e un plug-in. La Suv del gruppo di Macchia d’Isernia verrà lanciata in una sola variante ibrida plug-in: equipaggiata di serie con la trazione anteriore e un cambio con tre rapporti fisici che ha un funzionamento simile alla variazione continua di un classico Cvt (e che ospita i due motori elettrici da 75 e 95 CV rispettivamente), la vettura sfrutta un 1.5 benzina dedicato da 146 CV ed eroga complessivamente 317 CV e 545 Nm, per uno 0-100 km/h dichiarato da 6,9 secondi.

1.000 chilometri d’autonomia complessiva. Ancora più interessanti sono i dati sulle percorrenze: su questo fronte, l’azione combinata della batteria da 19 kWh (in grado di garantire 80 km in elettrico) e del serbatoio di benzina porta l’autonomia complessiva della Sportequipe 8 a più di 1.000 km. proprio quest’ultimo dato a raccontare la natura più intima dell’auto, che svela ben presto la sua natura di stradista: il confort di bordo è di buon livello grazie al lavoro degli ammortizzatori, sempre piuttosto morbidi e indulgenti. E anche dal punto di vista del disturbo acustico l’ambiente sembra silenzioso e ben isolato dal rotolamento degli pneumatici e dai fruscii aerodinamici. L’aspetto più fastidioso, semmai, è legato alla rumorosità del quattro cilindri, il quale tende a far sentire la sua voce quando si eccede con il piede destro: una caratteristica in parte ripagata dalle buone doti prestazionali dell’intero sistema, che spinge bene da subito e garantisce un certo brio alla marcia.

La concretezza prima di tutto. La Sportequipe 8 è un’auto tranquilla, orientata al confort. Una filosofia in linea con quella che ha guidato lo sviluppo del telaio, a sua volta impostata su criteri di scorrevolezza e prevedibilità. Ne beneficia, come detto, la comodità, a scapito di una certa inerzia quando si tratta di negoziare con il misto, a maggior ragione se lento e con molti trasferimenti di carico. In ogni caso, qui il senso va cercato altrove, come nell’interessante valore dell’autonomia complessiva: caratteristica che rende la Sportequipe 8 un prodotto che tiene al centro della sua equazione la concretezza, come da tradizione DR, ma che per la prima volta porta le ambizioni del gruppo molisano in un segmento di mercato un po’ diverso dai suoi standard attuali. Con quali esiti, lo diranno solo i riscontri di vendita: il prezzo di listino di 49.900 euro colloca la Sportequipe in una fascia inedita per gli standard del costruttore di Macchia d’Isernia, ma le sue singolari caratteristiche tecniche (tanto più quando arriverà la variante bifuel) potrebbero schiuderle una discreta nicchia commerciale.