Stati Uniti – Prime “vittime” del protezionismo di Biden: saltano gli incentivi per Audi, BMW, Nissan e VW
Le politiche protezionistiche dell’amministrazione Biden in materia di minerali e componenti per elettriche e ibride plug-in entrano di fatto in vigore, facendo – come previsto – le prime “vittime”. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha infatti diffuso l’elenco dei modelli che, a partire dal 18 aprile, potranno accedere alle agevolazioni fiscali stabilite dall’Inflation Reduction Act (IRA), vincolate al rispetto di specifici requisiti in termini di approvvigionamento di materie prime e batterie. Le vetture che soddisfano i parametri di origine fissati dalla normativa possono godere di crediti fiscali per un massimo di 7.500 dollari e non mancano le sorprese, visto che nella lista delle venture incentivabili mancano le elettriche o le ibride plug-in di marchi europei, giapponesi, coreani e perfino statunitensi. Nello specifico, le Case interessate sono Volkswagen, BMW, Nissan, Rivian, Hyundai e Volvo.
Le incentivate e le escluse. I modelli incentivabili con il credito massimo di 7.500 dollari sono Chrysler Pacifica Plug-in Hybrid, Ford F-150 Lightning (Standard ed Extended Range), Lincoln Aviator Grand Touring, Chevrolet Bolt, Bolt EUV, Lyriq, Silverado, Blazer ed Equinox, Cadillac Lyriq, Tesla Model 3 Performance e Model Y (AWD, Long Range e Performance). Sono, invece, sette le vetture che possono accedere a un credito di 3.750 dollari: Jeep Wrangler Plug-in Hybrid 4xe e Grand Cherokee Plug-in Hybrid 4xe, Ford E-Transit, Mustang Mach-E (Standard ed Extended Range Battery) ed Escape Plug-in Hybrid, Lincoln Corsair Grand Touring e Tesla Model 3 (Standard Range). Di contro, non possono più accedere ad alcuna tipologia di credito fiscale l’Audi Q5 TFSI e Quattro Plug-in Hybrid, le BMW 330e Plug-in Hybrid e X5 xDrive45e Plug-in Hybrid, la Genesis GV70, la Nissan Leaf, le Rivian R1S e R1T, la Volkswagen ID.4 e la Volvo S60.
Il meccanismo di incentivazione. L’elenco è stato definito sulla base di quelli che sono dei limiti percentuali via via crescenti. Un meccanismo che di fatto funziona così: dal 18 aprile, entra in vigore un credito fiscale da 3.750 dollari per le elettriche o le ibride plug-in con materiali critici della batteria per il 40% estratti o processati negli Stati Uniti o in un Paese con un accordo di libero scambio, oppure provenienti al 100% da attività di riciclio concotte in Nord America; altri 3.750 dollari, poi, sono disponibili se almeno il 50% del valore dei componenti della batteria viene prodotta o assemblata nei Paesi nordamericani. Le due percentuali di riferimento salgono progressivamente fino ad arrivare all’80% per i materiali critici nel 2027 e al 100% per le componenti nel 2029. Ovviamente, non possono accedere ai crediti molte elettriche già disponibili sul mercato a causa di altro limite stabilito dall’IRA, ossia un prezzo di listino non superiore agli 80 mila dollari per Suv e pick-up e ai 55 mila dollari per berline o station wagon. Per questo motivo, non sono incentivabili veicoli a batteria quali GMC Hummer, Lucid Air, Tesla Model S e X. Infine, un ultimo requisito, ossia l’assemblaggio in Nord America, ha escluso ulteriori modelli, come la BMW i4, la Hyundai Ioniq 5, la Kia EV6 e la Toyota bZ4X. L’Inflation Reduction Act, che ha, tra l’altro, eliminato il precedente limite dei 200 mila veicoli venduti in capo ai singoli costruttori (superata la soglia nessun modello in gamma poteva godere dei sussidi fiscali), ha inoltre stabilito una serie di vincoli di accesso agli incentivi per gli acquirenti, fissando in 300 mila dollari il reddito lordo massimo per le famiglie, in 225 mila dollari per i capifamiglia e in 150 mila dollari per i singoli compratori.