Stellantis – Solo elettriche in Europa entro il 2030: ecco il piano “Dare Forward”

Il nuovo piano strategico di lungo termine di Stellantis ha finalmente un nome (Dare Forward 2030′) e, ovviamente, dei contenuti, in parte decisamente sorprendenti. Nonostante lo scetticismo più volte dimostrato dall’amministratore delegato Carlos Tavares sulla mobilità elettrica, il gruppo punta infatti a raggiungere, entro il 2030, il 100% delle vendite con veicoli a batteria in Europa e il 50% negli Stati Uniti. L’accelerazione delle strategie di elettrificazione è legata sostanzialmente alla necessità di “accettare” le dinamiche del contesto operativo: “Sono un ceo competitivo. Il quadro per la mobilità sostenibile è definito, noi siamo qui per competere e ormai abbiamo capito le regole così come il quadro normativo”, ha detto lo stesso Tavares durante la presentazione del piano alla comunità finanziaria. “Questo è un piano molto sfidante e ambizioso, ci saranno ostacoli lungo la strada ma noi ci adatteremo e spingeremo avanti. I tempi ci chiedono un cambiamento di mentalità, bisogna spingerci il più possibile nel futuro”. 

Modelli e target. Il gruppo, si badi bene, non ha fissato una data per l’addio definitivo alle motorizzazioni endotermiche. A tal proposito, Tavares ha ribadito come lo stop alle tecnologie tradizionali “dipenda dalle normative: sono queste che stanno portando al phase-out”. “Non sappiamo quando ci sarà lo stop totale perchè non è una nostra decisione, ma noi siamo pronti”. Non a caso, durante la presentazione sono state citate altre tecnologie che continueranno a essere sviluppate dal gruppo, come l’ibrido e le alimentazioni alternative. Tornando al piano, il gruppo si è posto anche l’obiettivo di vendere ogni anno, a livello globale, 5 milioni di Bev entro il 2030: il target per il 2024 è di 1 milione e per il 2027 di 3 milioni. Per raggiungere traguardi del genere saranno lanciate più di 75 auto elettriche pure (oltre 25 solo negli Stati Uniti), tra cui la prima Suv a batteria del marchio all’inizio del 2023 e il pick-up della Ram nel 2024 (sempre a batteria). L’offensiva di prodotto sarà sostenuta dalla decisione di aumentare la capacità produttiva nel campo delle batterie da 140 gigawattora a 400 (250 in Europa e 150 in Nord America, con 5 gigafactory in totale) e riguarderà anche il mercato dei veicoli commerciali, con 26 novità e offerte elettriche in tutti i segmenti. Le 75 elettriche fanno, comunque, parte di una più ampio programma di lanci che, tra il 2022 e il 2030, vedrà l’immissione sul mercato globale di più di 100 novità (dal 2024 ogni specifico prodotto avrà una versione a batteria).

Decarbonizzazione e tecnologie. L’accelerazione delle strategie di elettrificazione è funzionale a raggiungere un ulteriore obiettivo:  Stellantis – ha affermato Tavares – sarà il campione del settore nella mitigazione del cambiamento climatico, raggiungendo le emissioni zero di CO2 entro il 2038, con una riduzione del 50% entro il 2030. Assumere un ruolo di leadership nella decarbonizzazione, così come un decisivo passo avanti nell’economia circolare (dove sono previsti ricavi supplementari per 2 miliardi grazie ad attività nel riciclo delle batterie o nel ricondizionamento dei veicoli, ndr) è il nostro contributo per un futuro sostenibile”. Il gruppo ha voluto sottolineare anche le proprie ambizioni sul fronte tecnologico, confermando gli impegni presentati durante l’EV Day di luglio scorso (tra cui i 30 miliardi di euro di investimenti fino al 2025) e il successivo Sofware Day. Il piano prevede anche un’estensione della tecnologia delle fuel cell ai furgoni di grandi dimensioni già nel 2024 (nel 2025 negli Usa) e quindi ai veicoli commerciali pesanti, nonché l’avvio di un fondo di ventura capital per l’high-tech con una dotazione inziale di 300 milioni di euro.

I target finanziari. Una parte consistente del piano è riservata alle linee guida finanziarie. Per il 2030, Stellantis punta a raggiungere un fatturato di 300 miliardi di euro (200 miliardi nel 2024 e 250 miliardi nel 2027), il doppio rispetto a quanto consuntivato nel primo anno di vita. Più del 25% dei ricavi dovranno provenire da aree geografiche al di fuori delle attuali zone di riferimento dell’Europa e del Nord America. La Cina, per esempio, dovrà contribuire con 20 miliardi di euro al fatturato globale grazie a un modello asset-light destinato a tagliare i costi fissi e a limitare l’esposizione al rischio geopolitico. Una forte spinta alla crescita del giro d’affari dovrà arrivare dal premium e dal lusso, con ricavi legati al lancio di nuovi prodotti quattro volte superiori ai livelli attuali e utili quintuplicati, e dall’e-commerce (un terzo delle vendite globali verrà generato dall’online). Il gruppo punta, inoltre, a sostenere un margine operativo a doppia cifra (tra il 10% e il 12%) per l’intero periodo del piano, anche grazie a un punto di pareggio inferiore al 50% delle consegne (il break even sarà raggiunto tagliando del 40% i costi di distribuzione, del 30%  le spese in R&S o del 40% i costi delle elettriche) e a massimizzare il valore per gli azionisti: Dare Forward, infatti, include l’obiettivo di pagare dividendi pari al 25/30% degli utili fino al 2025 e di riacquistare fino al 5% delle azioni ordinari in circolazione, al netto di spese in conto capitale e per Ricerca & Sviluppo pari all’8% circa del fatturato. Tra l’altro, i tanti fattori di incertezza attuali e potenziali fanno già parte delle assunzioni di base. “Gli obiettivi – ha evidenziato Tavares – sono coerenti con la nostra strategia e con lo scenario che si presenta. Le contingenze legate al contesto esterno sono già incluse in questo business plan”.