Supercar Owners Circle – Un tuffo tra le auto più veloci del pianeta
Abbiamo preso un aereo per Malaga, curiosi di vedere da vicino l’evento cardine del calendario annuale del Supercar Owners Circle. Questo brand, dal suo quartier generale in quel di Zurigo, organizza una serie di ritrovi super esclusivi che coniugano gli elementi di un concorso d’eleganza con quelli di un rally itinerante per appassionati di auto. Una realtà davvero particolare, con super e hypercar da cardiopalma, ovviamente portate in location meravigliose, non senza delle sessioni in cui i collezionisti e i proprietari presenti possono scatenare tutti i cavalli delle loro meraviglie.
Non appena varcate le soglie de La Zambra, un resort a cinque stelle a ridosso di un campo da golf, ci rendiamo subito conto della stupefacente amalgama di quattro ruote radunate nel parcheggio: Aston Martin, Bugatti, Porsche, Ferrari, Ford, Gemballa, Koenigsegg, Lamborghini, McLaren, Mercedes-AMG, Pagani: un unicum in grado di ammutolire parecchi addetti ai lavori. Tra una lucidata dei car detailer e l’altra, un’atmosfera conviviale, quella di un gruppo di amici intimi che si ritrovano per passare il loro tempo libero giocando con i gioielli più veloci delle loro rispettive, scintillanti collezioni.
Auto da sogno. L’elenco delle presenze è maestoso. Monza SP2, Daytona SP3, LaFerrari, due 812 Competizione, F12 TDF, F40. Scuderia Spider 16M e 250 GT Berlinetta Lusso in rappresentanza della Casa di Maranello; due Chiron, Chiron SuperSport 300+, Veyron 16.4 per quella di Molsheim e una EB110 per quella che fu a Campogalliano; Jesko, Agera, Regera, One:1 e CCXR per il marchio fondato da Christian von Koenigsegg; Zonda F e due Huayra Roadster per tenere alto il vessillo di Horacio Pagani. E ancora: tre Porsche 918 Spyder, due Ford GT (una portata dallo YouTuber Shmee), Aston Martin Vanquish Zagato, Lamborghini Diablo, Gemballa Mirage GT e Mercedes-AMG GT Black Series Formula 1 Edition.. roba da perderci testa e sonno.
Si viaggia. Il giorno successivo s’accendono i motori, risvegliando circa 40 mila cavalli pronti a scalpitare. Il convoglio multicolore si mette subito in marcia: immaginate l’espressione degli “spettatori” (in autostrada, lungo le provinciali interne, sul lungomare o semplicemente all’area di servizio) al passaggio di questa batteria di missili. Raggiungiamo l’Ascari Resort, circuito privato con hotel e divertimenti di lusso realizzato dall’imprenditore olandese Klaas Zwart di Ascari Cars. L’ordine è quello di una semplice parata, composti e a modo per qualche bella foto. Secondo voi com’è finita? Fra l’altro, tra una tornata e l’altra è spuntato un ospite che il giorno prima mancava. E niente, con la sua rabbiosissima Aston Martin Valkyrie semina il panico tra le 26 curve del tracciato. Per il pranzo ci spostiamo alla Reservatauro di Ronda, dove il boss della Koenigsegg – al centro di una piccola arena equestre – raconta la storia del marchio e illustra le caratteristiche dell’impareggiabile Jesko. Da lì all’hotel, passando per gli yacht nella banchina della rinomata Puerto Banus. La routine della batteria di missili si ripete e i car spotter sono appostati in ogni dove, dai tetti alle utilitarie lungo il percorso. Letteralmente impazziti.
Allacciate le cinture. L’indomani, dopo colazione, due ore di veloci e suggestive strade interne ci portano a pranzo. Da qui si riparte per il momento clou, quello più atteso. Dopo i rigidi controlli del caso, lo stormo atterra nella pista principale dell’aeroporto di Grenada, quel pomeriggio chiuso al traffico aereo. Partono i testa a testa sulla striscia d’asfalto bruciata dal sole: tre, due, uno, sparo, velocità d’uscita prossime – e in molti casi ben superiori – ai 300 km/h… e si ripete. Altro giro, altra corsa per oltre due ore. Epico. L’urlo dei V12 di Ferrari e Pagani mozza il fiato, le velocità d’uscita delle Koenigsegg e delle Bugatti fa paura. E quando quest’ultime sollevano le loro ali posteriori iniziando la frenata, il rumore sembra quello di un caccia che attiva i suoi inversori di spinta.
C’è anche la premiazione. Appena scatta l’ora X si abbandona il parco giochi e la formazione rientra sulla A-92 per sconvolgere, ancora una volta, chiunque si trovi lungo la sua corsa. Giunti alla base: cocktail, cena e premiazione delle hypercar più sensazionali. Trionfo per la Daytona SP3, davanti alla Koenigsegg Jesko e alla Pagani Zonda F di Mike Shin Yin; quarta posizione per la Bugatti EB110 di un collezionista italiano. Dulcis in fundo, sul green antistante, Laurent Tapie toglie i veli dalla “sua” Delage D12. Tornati a Milano e in mezzo all’abituale traffico cittadino, il weekend appena trascorso ci pare un sogno. Uno di quelli belli.