Tesla – Cybertruck in Europa, nuovi ostacoli per lomologazione

Si fa sempre più in salita la strada per una possibile omologazione del Cybertruck in Europa (ammesso, e non concesso, che il suo arrivo nel Vecchio continente sia nelle intenzioni di Elon Musk, che al riguardo non ha mai detto nulla). L’ostacolo principale rimane quello delle linee spigolose del pick-up elettrico e dell’acciaio utilizzato per la carrozzeria, soprattutto per quanto riguarda la protezione degli utenti deboli della strada. Il primo a sollevare l’argomento, agli inizi di dicembre, era stato Barend Wolf, capo del dipartimento per la tecnologia dei veicoli del Consiglio tedesco per la sicurezza del traffico, tema su cui è tornato anche l’organizzazione no-profit European Transport Safety Council: “Ci auguriamo che la Tesla non porti questo veicolo in Europa”, ha dichiarato un suo portavoce all’agenzia di stampa Reuters. “Con le sue dimensioni, la sua potenza e l’enorme peso sarebbe letale per pedoni e ciclisti in caso di incidente”.

Gli altri problemi. Il secondo elemento che renderebbe difficile l’omologazione del Cybertruck in Europa è la presa di ricarica: per poter installare un connettore CCS al posto del NACS in uso negli Stati Uniti, la Tesla dovrebbe intervenire sulla zona del veicolo dove si trova il connettore. “Occorrerebbe proprio cambiare l’inclinazione della presa affinché sia possibile inserire un cavo europeo”, spiega Pedro Pacheco, analista della Gartner. Un ostacolo certamente non insormontabile, ma che richiederebbe alcuni interventi in fase di produzione.

Peso e dimensioni. La versione dual motor del Cybertruck pesa più di 3,5 tonnellate, vincolo che in molti Paesi europei – tra cui l’Italia – impone una patente di categoria superiore a quella per gli autoveicoli. Un problema che si risolverebbe in maniera molto semplice, ossia non importando quella specifica versione, ma “che limiterebbe molto l’appeal di un mezzo di questo genere”, ribadisce Pacheco. Da ultimo, c’è il problema delle dimensioni: non ci sono regolamenti in questo senso, ma è un fatto che i parcheggi in Europa siano un’altra cosa rispetto a quelli americani. E un pick-up lungo quasi sei metri (5.682 mm) e largo quasi due e mezzo (2.413 mm con gli specchietti aperti), faticherebbe non poco a muoversi per le strade delle nostre città.

Resta l’ipotesi dell’esemplare unico. In tutto ciò, resta aperta la possibilità dell’importazione parallela tramite l’Individual Vehicle Approval (IVA), ossia l’omologazione di esemplari unici, che sono meno stringenti e potrebbero permettere – come accade per altri modelli disponibili solo oltreoceano – a qualche esemplare di Cybertruck di circolare anche da noi.