Tesla – La presidente Denholm ha venduto azioni per 50 milioni di dollari
La presidente di Tesla, Robyn Denholm, subentrata a Elon Musk al vertice del board nel 2018, ha venduto un pacchetto azionario del controvalore di 17,3 milioni di dollari. Lo ha rivelato un “filing” alla Sec, l’organo di controllo della Borsa americana, che ha ufficializzato così l’ennesimo “sell” della dirigente australiana sulle sue quote nella Casa di Palo Alto: dall’inizio dell’anno – periodo in cui il titolo ha segnato un pesante -28,44% al Nasdaq – Denholm ha ceduto azioni per un controvalore di oltre 50 milioni di dollari.
L’adesione al regolamento 10b5-1. Quello che potrebbe apparire come un subdolo disimpegno dall’azienda, tuttavia, ha una spiegazione tecnica ben precisa: Denholm ha semplicemente aderito, a partire dallo scorso ottobre, a un regolamento della Sec, noto con il codice di 10b5-1 (e in vigore dal 2000), che permette al top management delle aziende quotate di esercitare operazioni di vendita sui titoli per evitare accuse di insider trading. Con la tranche venduta lunedì, il programma di cessione di azioni Tesla concordato dalla presidente (281.116 pezzi, in totale) risulta a tutti gli effetti concluso: Denholm resta così in possesso del grosso delle sue quote (1,66 milioni di azioni a fine 2023).
I precedenti di Baglino e Wilson-Thompson. Il caso della presidente, tuttavia, resta sicuramente un fatto non isolato: avevano fatto notizia, nelle settimane scorse, le grosse cessioni effettuate da altri dirigenti della Tesla, prima fra tutte quella dell’ex senior vice president Drew Baglino, che aveva annunciato le sue dimissioni alla metà di aprile, vendendo subito dopo un pacchetto del controvalore di 181,5 milioni di dollari. Da ricordare anche il caso di Kathleen Wilson-Thompson, altro membro del board che come la presidente ha aderito (a febbraio del 2024) al programma 10b5-1, concordando un’analoga cessione di 280 mila azioni Tesla entro febbraio 2025.
L’ultima (pesante) trimestrale. La flessione del titolo in borsa, che fa da sfondo a queste ultime notizie, sembra del resto rispecchiare un trend ormai consolidato, che riflette i timori dei mercati riguardo la crescita dei concorrenti del marchio statunitense, l’indebolimento della domanda e dei ricavi (-9%, a 21,3 miliardi di dollari nel primo trimestre di quest’anno) e, soprattutto, le preoccupazioni riguardo la capacità dell’azienda di generare utili (-55% il risultato netto, a 1,13 miliardi, nello stesso periodo).
La replica di Musk. Come sempre, alle perplessità sui conti, Elon Musk ha replicato da par suo, concentrando l’attenzione su nuovi progetti futuribili, come dovrebbero essere quello del robotaxi e quello – ancora più ambizioso – dei robot umanoidi da impiegare in fabbrica. Rivolgendosi direttamente agli operatori che negoziano sui mercati, l’ad ha rilanciato la sua sfida: “Se qualcuno non crede che Tesla risolverà il problema dell’automazione, non dovrebbe investire nell’azienda”.