Tesla Model Y Performance – Va fortissimo ed è bella da guidare: i papà di corsa hanno la loro… 3
Al di là delle ormai celebri boutade di Elon l’ultima legata a doppio filo a Twitter sul ferro, cioè sulle sue macchine, non si discute. Nella fattispecie, la Tesla Model Y Performance aggiunge quel pizzico di sapore (se non dovessero bastarvi i 217 km/h e i 5 secondi dichiarati nello 0-100 della Long Range) che separa il mezzo in questione dalla maggior parte delle elettriche. Dall’alto dei suoi 562 cavalli e dei due motori, la Y Performance raggiunge i 100 km/h in 3,7 secondi e può continuare dove è concesso fino a 250. Non s’infila, naturalmente, nel territorio di una Taycan: non avrebbe le carte in regola per farlo. Ma offre comunque un bel pacchetto, soprattutto se si considera che l’autonomia dichiarata è pari a 514 km. Già ordinabile, con tre mesi di attesa per la consegna, la Performance costa 68.990 euro, 5.000 in più rispetto alla Long Range.
Non proprio morbida. Da fuori, sono pochi i dettagli che la distinguono: i cerchi berturbine da 21 pollici, con pneumatici 255/35, l’impianto frenante dedicato (con pinze rosse) e le sospensioni con taratura specifica. Rigida, lo dico subito: complice la spalla bassa dei Pirelli PZero dell’esemplare in prova, il lato B un po’ accusa. Non tanto sui dossi rallentatori o in corrispondenza dei tombini (lì te lo aspetti), quanto sull’asfalto parecchio rovinato, costellato di piccole e medie imperfezioni: qui si saltella in modo un po’ fastidioso, specialmente alle velocità tipiche delle statali. Ci sarebbero state bene le sospensioni attive, ecco.
Nerbo elettrico. Sulle prestazioni c’è ben poco da dire: la Model Y Performance può essere veloce in modo assurdo, se la stuzzicate. E, quando si tratta di curvare, non si trova mai in difficoltà, anzi. Le sensazioni sono simili a quelle della Model 3, quanto a handling, anche se qui si sente una maggior inerzia. Sempre ben controllata. Lo sterzo è diretto, molto pronto (fin troppo, per i miei gusti) e pure preciso. Ritrovo sempre un feeling un po’ da videogame, ma si tratta di andare a cercare il pelo nell’uovo. Di fatto, la Performance vira piatta e dimostra un’agilità inaspettata, per una crossover da oltre due tonnellate in ordine di marcia. Guidando tranquilli, poi, riesce a essere al netto della già citata consistenza dell’assetto pure piuttosto comoda, grazie a una più che discreta capacità di filtrare i decibel provenienti dal rotolamento dei pneumatici e dall’aerodinamica.
Assistenze al top. Notevole anche la pletora di dispositivi elettronici di sicurezza. Di serie c’è la guida assistita di livello 2, mentre sono due i pacchetti ottenibili a richiesta: l’Autopilot avanzato (3.800 euro), che aggiunge funzionalità quali il sorpasso automatico o la macchina che esce da sola dal parcheggio premendo un tasto, e il pacchetto guida autonoma al massimo potenziale. Quest’ultimo, per 7.500 euro, aggiunge il controllo dei semafori e degli stop: se è attivato il regolatore di velocità, la Model Y può fermarsi da sola in caso di semaforo rosso o in corrispondenza di segnali di stop.
Lo spazio che serve. Essendo più lunga di sei centimetri rispetto alla Model 3 (4 metri e 75 il dato totale), più alta di 18 e più larga di 7, la Model Y (pure in versione Performance) è perfetta per le esigenze di una famiglia di tre o quattro persone. Anche in tema di bagagliaio: oltre alla praticità del portellone, c’è qualche litro di capacità in più. Nel test della Long Range (su Quattroruote di ottobre 2021), il Centro prove ha misurato un totale di 508 dietro (considerando anche il vano sotto al piano di carico) e 87 davanti, nel cosiddetto frunk. L’esemplare in prova è dotato di cappelliera, non collegata con i classici cordini al portellone e quindi sollevabile a mano.
Apprendistato. Avrei avuto bisogno di più tempo per familiarizzare in modo approfondito con il touch screen centrale, che tutto (troppo?) governa una volta a bordo, e non è sempre facilmente interpretabile. Peccato, poi, che non siano previste le connettività per Android Auto e Apple CarPlay, così come le telecamere a 360 gradi. Affascinanti (specialmente per i più piccoli) i giochi dell’infotainment: da segnalare, il Disco mode. Attivando tale modalità, la macchina si trasforma in una piccola discoteca: i vetri laterali si abbassano, dall’impianto audio si diffonde un brano dance ad alto volume, i gruppi ottici lampeggiano e il portellone si apre e chiude a ritmo di musica. Il tutto dura pochissimi minuti, giusto per evitare di farsi odiare dai vicini.