Tesla – Musk sotto accusa: “La Casa ‘cancella’ i reclami sulle autonomie reali”

La strada della Tesla è costellata da successi commerciali, finanziari e produttivi, ma anche da inciampi e problemi: gli ultimi, però, non riguardano gli incidenti causati dall’Autopilot, su cui le autorità statunitensi hanno avviato diverse inchieste, o la fuga di dati sui reclami relativi al sistema Full Self Driving; a finire nel mirino, ora, è il presunto “insabbiamento” delle lamentele per le autonomie reali delle elettriche prodotte dalla Casa texana, documentato dall’agenzia di stampa Reuters in un lungo reportage. In sostanza, a fronte delle lamentele su percorrenze effettive inferiori rispetto a quelle pubblicizzate o indicate dal computer di bordo (va detto: nulla di nuovo nel mondo dell’auto), la Tesla sarebbe arrivata al punto di creare un team interno incaricato di “cancellare qualsiasi reclamo da parte dei clienti”.  

“L’algoritmo”. Secondo la Reuters, già dieci anni fa la Tesla avrebbe iniziato a intervenire sulle letture delle elettriche “per fornire proiezioni ottimistiche” sull’autonomia residua. In particolare, su richiesta di Musk, i tecnici avrebbero sviluppato un algoritmo che restituirebbe stime particolarmente rosee sulle percorrenze a batteria carica e “numeri più realistici” quando l’autonomia scende sotto il 50%: il tutto con un “buffer di sicurezza” che concede ulteriori 24 chilometri anche dopo l’avviso di batteria scarica. La Reuters scrive di non essere stata in grado di accertare l’effettivo utilizzo dell’algoritmo nell’ultimo periodo, ma ricorda le “continue segnalazioni di esperti e autorità su autonomie esagerate”.  

“Nessun problema”. Come detto, l’esistenza di percorrenze e di consumi omologati largamente inferiori a quelli realmente riscontrati nella guida di tutti i giorni non è di certo una novità: a Quattroruote, per esempio, certifichiamo da sempre i numeri reali con l’aiuto del nostro Centro prove. Quel che colpisce di più, nel reportage della Reuters, è semmai il “cortocircuito” tra il marketing e le aspettative della clientela. Basato su numerosi fonti, interviste a esperti e tecnici e dati di autorità come l’Epa o di società specializzate, lo scritto dell’agenzia parte infatti dall’esperienza di un proprietario di Tesla che intraprende un viaggio dal Colorado alla California con una Model 3 del 2021, sperando di percorrere senza problemi i circa 570 chilometri reclamizzati dall’azienda. Nel settore parleremmo forse di ingenuità, ma tant’è: alla fine del viaggio incriminato, come prevedibile, l’autonomia reale della berlina elettrica non è andata oltre la metà del dichiarato, al punto da spingere il conducente a temere per un difetto al sistema operativo e, di conseguenza, a prenotare un appuntamento in California. E qui sta il punto: la risposta della Tesla si sarebbe limitata a due messaggi in cui l’azienda escludeva problemi tecnici e contestualmente annullava la richiesta di assistenza: “Quello che il cliente non non sapeva”, spiega la Reuters, “era che i dipendenti Tesla avevano l’indicazione di impedire a tutti coloro che si lamentavano dell’autonomia di portare i propri veicoli ai centri di assistenza”. Di più. La scorsa estate, l’azienda avrebbe silenziosamente creato un ‘Diversion Team’ a Las Vegas per annullare il maggior numero possibile di appuntamenti: “Erano inondati da richieste da parte di proprietari che si aspettavano prestazioni migliori in base ai dati pubblicizzati e alle proiezioni visualizzate dalla strumentazione delle loro auto”.

L’obiettivo del risparmio. La squadra della Tesla avrebbe chiuso centinaia di casi a settimana, consentendo all’azienda di risparmiare almeno mille dollari per ogni appuntamento annullato e di ridurre le pressioni sui centri di assistenza. Nella maggior parte dei casi le lamentele non avevano alcuna ragion d’essere, ma si tratta comunque di un problema di comunicazione nel Paese del “cliente che ha sempre ragione”: la Casa ha posto grande enfasi sull’autonomia dei veicoli, aumentando di conseguenza le aspettative degli acquirenti. Un po’ come la “guida autonoma al massimo potenziale” indicata nel configuratore Tesla e precisata poco più sotto in termini molto più chiari ed espliciti, alle quali si aggiungono le raccomandazioni sulla necessità di tenere sempre le mani sul volante e gli occhi sulla strada: in un mondo in cui la lezione di Darwin non è scontata, certe definizioni – molto azzeccate sul fronte del marketing – non sono forse il modo migliore per levarsi di torno le polemiche, le accuse e le cause.