Tesla – Sospensioni difettose e riparazioni a carico del cliente: un’inchiesta imbarazza Musk
Ruote che si staccano, braccetti che collassano e il servosterzo che non risponde come dovrebbe. Difetti e problemi – in teoria – coperti da garanzia. E invece no: secondo una dettagliata inchiesta della Reuters, la Tesla avrebbe infatti rifiutato riparazioni di guasti alle sue vetture per evitare di sostenere i costi della copertura, scaricando sui clienti la responsabilità dei danni e attribuendo l’accaduto al cattivo utilizzo. Per dimostrarlo, l’agenzia ha raccolto diverse testimonianze dirette, intervistato ex dipendenti dell’assistenza della Casa e visionato i registri. Quanto basta per imbarazzare Elon Musk. E c’è di più: per ragioni simili, in Norvegia, la Tesla dovrà affrontare un’inchiesta dell’autorità locale per la sicurezza stradale (la Npra, Norwegian Public Roads Administration) che potrebbe portare a un richiamo di Model S e X per sostituire proprio dei braccetti potenzialmente difettosi.
“Non è colpa mia”. Dall’inchiesta emergerebbe non solo una lista di potenziali difetti costruttivi cronici nelle elettriche di Musk (spesso emersi nei primi anni di utilizzo delle vetture), ma soprattutto un comportamento poco trasparente da parte della Casa nella gestione dell’assistenza e della garanzia. Il problema coprirebbe un orizzonte temporale che va dal 2016 al 2022 e sarebbe esteso a tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per l’Europa. Di questi difetti allo sterzo e alle sospensioni si è discusso online per molto tempo ed erano già emerse notizie, ma i documenti in possesso della Reuters vanno ad aggravare la posizione di Tesla, la quale sarebbe a conoscenza della frequenza e dell’entità di questi difetti costruttivi da tempo: tanto da avere richiesto ai propri ingegneri ripetute analisi e riprogettazioni delle parti con elevati tassi di guasto. Soprattutto, la Tesla avrebbe dettato ai tecnici dell’assistenza una linea di difesa nei confronti dei reclami dei clienti: secondo quest’ultima, il guasto denunciato non dipendeva da un difetto intrinseco al componente, ma andava imputato a un non meglio precisato “abuso” da parte dell’utente. Così facendo, la Casa non solo ha rispedito al mittente le segnalazioni di guasti segnalate dalle autorità sulla sicurezza, in primis quelle dell’agenzia federale per la sicurezza Nhtsa, ma ha addebitato ai clienti – fuori garanzia – la sostituzione di parti che, come emerge dai documenti, gli stessi ingegneri Tesla ritenevano difettose o soggette a guasti.
Rotta dopo meno di 24 ore. I registri visionati dalla Reuters hanno rivelato problemi persistenti con i collegamenti delle sospensioni, i braccetti superiori e inferiori, sia anteriori che posteriori. Ma le rotture hanno riguardato anche parti più complesse e costose, come i semiassi e la cremagliera dello sterzo. Emblematico il caso di un automobilista, proprietario di una Model Y da meno di 24 ore, che si è visto collassare un braccetto della sospensione anteriore: accertata l’inesistenza del danno esterno (e quindi l’assenza di responsabilità del conducente) dalla stessa Tesla, il cliente ha atteso la riparazione; per poi ricevere, una settimana dopo, una lettera in cui la Casa negava ogni responsabilità, affermando di aver ispezionato il veicolo e di aver individuato la causa del problema in “un precedente danno esterno alla sospensione anteriore destra”. Insomma, pure la beffa: il proprietario dell’auto ha pagato una franchigia di circa 1.250 dollari e ha visto impennare il prezzo dell’assicurazione.
Il richiamo? Solo in Cina. Fa discutere anche l’incoerenza con cui la Tesla ha gestito il caso negli Stati Uniti e in Cina. Negli Usa, nel 2020, l’azienda ha fermamente sostenuto, di fronte all’Nhtsa, che non vi era “alcun difetto nei componenti in questione (nella fattispecie i braccetti delle sospensioni, ndr) e nessun rischio associato per la sicurezza”, attribuendo i guasti al solito “abuso del conducente”. Questa strategia di negazione, secondo la ricostruzione della Reuters, rispondeva all’esigenza di contenere i costi in aumento delle riparazioni in garanzia, che minacciavano la redditività dell’azienda in un momento critico: cioè, mentre gli investitori stavano esaminando le prospettive della Tesla a lungo termine. In Cina, invece, la Casa americana avrebbe avviato un richiamo per lo stesso problema, su pressione delle autorità locali, ma per non creare frizioni con Pechino nel momento in cui stava cercando di aumentare la produzione nella sua gigafactory di Shanghai.
Sotto indagine in Norvegia e Svezia. L’inchiesta della Reuters sciorina una lunga serie di casi di guasti gravi, alcuni con effetti potenzialmente pericolosi, e retroscena in cui si evince, da parte della Casa, la persistente volontà di aggirarne le conseguenze. Si citano anche alcuni dati significativi: secondo l’agenzia di stampa, quest’anno i proprietari di Tesla hanno presentato circa 260 reclami all’Nhtsa per problemi alle sospensioni e allo sterzo, rispetto ai circa 750 della General Motors e ai 230 della Toyota: numeri che rendono il tasso di Tesla particolarmente alto, se si considerano i veicoli GM e Toyota in circolazione (rispettivamente il 21 e il 15% del totale americano). Ora, in Norvegia l’agenzia per la sicurezza stradale locale ha avviato un’indagine ufficiale nei confronti della Tesla per presunti difetti alle sospensioni che l’assistenza della Casa avrebbe di fatto negato a fronte delle richieste dei clienti. Tale posizione potrebbe portare a un richiamo di tutte le Model S e X nel Paese: una decisione al riguardo dovrebbe essere presa entro Natale. Un rappresentante della Norwegian Public Roads Administration (Npra) ha dichiarato che da oltre un anno l’agenzia chiede alla Tesla di prendere in considerazione i reclami dei clienti in merito alla rottura dei braccetti posteriori della berlina e della Suv. In giornata, anche l’agenzia svedese dei trasporti ha dichiarato alla Reuters di aver aperto un’indagine sui guasti alle sospensioni delle Tesla, affermando di aver ricevuto “una serie di notifiche relative ad auto del marchio che hanno riscontrato problemi simili”.