Unione Europea – Elettriche made in China, in arrivo i primi dazi

La Commissione Europea potrebbe imporre i primi dazi sulle importazioni di auto elettriche prodotte in Cina già a partire dai prossimi giorni. A riferirlo è il Financial Times, in un lungo articolo sugli obiettivi del tour del presidente cinese Xi Jinping nel Vecchio continente: il quotidiano economico, citando funzionari di Bruxelles, spiega che i “dazi preliminari sui veicoli elettrici potrebbero essere imposti a maggio, mentre delle tariffe permanenti, che necessitano del sostegno della maggioranza degli Stati membri, potrebbero seguire a novembre”.

L’inchiesta. I dazi sono la diretta conseguenza dell’indagine anti-dumping avviata lo scorso ottobre e destinata a una rapida chiusura: l’inchiesta, come da prassi, sarebbe dovuta durare 13 mesi, ma a questo punto è evidente l’accelerazione: d’altronde, la Commissione ritiene di aver prove sufficienti del sostegno garantito da Pechino ai costruttori cinesi e pochi giorni fa ha lanciato dure accuse ad alcune società del calibro di BYD, Geely e Saic per la mancata collaborazione durante l’indagine. Le tre aziende rischiano di dover sottostare a tariffe doganali fino al 30% (oggi sono pari al 10%), fermo restando che i vantaggi di costo dei cinesi, stando a un’analisi dei ricercatori del Rhodium Group, non verrebbero annullati neanche da dazi al 50%. 

Il trilaterale a Parigi. Le nuove notizie sull’azione di Bruxelles stanno emergendo nel pieno del tour europeo di Xi Jinping, che oggi ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron e il numero uno della Commissione, Ursula von der Leyen. Quest’ultima ha ribadito le sue accuse a Pechino. “Abbiamo discusso delle questioni economiche e di commercio; ci sono degli squilibri che suscitano gravi preoccupazioni e siamo pronti a difendere la nostra economia, se serve”, ha detto von der Leyen. “I prodotti sussidiati cinesi, come le macchine elettriche o l’acciaio, stanno inondando il mercato europeo, questo mentre la Cina non aumenta la domanda interna. Il mondo non può assorbire il surplus produttivo della Cina. Pertanto, ho incoraggiato il governo cinese ad affrontare queste sovraccapacità strutturali. L’Ue non può tollerare pratiche che portino alla sua de-industrializzazione”. Dal canto suo, il leader cinese ha sottolineato l’importanza per la Cina e la Ue “di continuare a considerarsi partner” e ha insistito sulla necessità, in un “mondo che entra in un nuovo periodo di turbolenze e trasformazione”, di favorire “dialogo e cooperazione in una prospettiva strategica e di lungo termine”. Dello stesso avviso Macron, secondo il quale “la situazione internazionale necessita più che mai di questo dialogo euro-cinese”. Allo stesso tempo, l’Eliseo ha anche messo in guardia da una ”logica di disaggregazione che sarebbe nefasta sul piano economico” ed è tornato ad invocare ”regole eque per tutti” sul piano commerciale.