Volkswagen MOIA ID.Buzz – Quando il tuo driver è l’intelligenza artificiale
Il futuro della mobilità autonoma prende forma concreta con l’ID. Buzz AD, il primo veicolo di serie completamente autonomo del Gruppo Volkswagen, sviluppato appositamente per i servizi di trasporto condiviso. A lanciarlo è MOIA, azienda tecnologica controllata dal gruppo tedesco, che ha realizzato un pacchetto chiavi in mano pensato per operatori pubblici e privati. Abbiamo avuto l’opportunità di vivere in prima persona un test drive insolito, in cui al volante c’era l’intelligenza artificiale.Pioggia di sensori. L’ID. Buzz AD nasce sulla base del noto van elettrico Volkswagen ed è equipaggiato con 27 sensori tra radar, LiDAR e telecamere in grado di offrire una visione a 360 gradi dell’ambiente circostante. In questa fase di test, e quindi anche durante la simulazione del nostro viaggio a guida autonoma, al posto di guida era presente un driver MOIA con il compito di vigilare e intervenire in caso di necessità. Evenienza che, fortunatamente, non si è verificata. A gestire il monitoraggio dell’ambiente e l’elaborazione dei dati pensa la tecnologia Mobileye, conforme ai requisiti SAE di livello 4, con possibilità di supervisione remota e gestione automatizzata delle situazioni critiche. Sulle strade di Amburgo. Gli ingegneri di MOIA sottolineano come le strade di Amburgo teatro del nostro test e della sperimentazione in corso siano particolarmente complesse, a causa dell’intenso traffico e degli scenari urbani dinamici. A un primo sguardo, con la segnaletica impeccabile e il traffico ordinato in perfetto stile tedesco, questa affermazione può far sorridere, soprattutto se paragonata agli standard di alcune città italiane. Ironia a parte, l’esperienza a bordo dell’ID. Buzz AD è stata più che positiva, anzi quasi noiosa nel senso migliore del termine. Un normale trasferimento cittadino di mezz’ora, senza scossoni, con il computer a gestire semafori, incroci e attraversamenti pedonali in totale autonomia. Tutto molto fluido, anche se in un paio di occasioni non sono mancati dei brividi: due situazioni tipiche e potenzialmente pericolose in ambito urbano. In un caso, un ciclista ha cambiato traiettoria all’ultimo momento a causa del restringimento della carreggiata, proprio a pochi metri dal muso del nostro imponente ID. Buzz AD. L’auto ha reagito prontamente, rallentando in una frazione di secondo. Poco prima, uno scenario simile aveva coinvolto un altro veicolo, e anche in quel caso il van ha risposto con prontezza, così come ha gestito senza problemi il sorpasso di un furgone parcheggiato in doppia fila in una strada stretta.Debutto nel 2026. Dal punto di vista commerciale, la proposta di MOIA si articola su tre pilastri: il veicolo, un sistema di guida autonoma certificato e un ecosistema software per la gestione intelligente della flotta. Il tutto pensato in un’ottica di scalabilità e semplicità d’implementazione, con l’obiettivo di rendere l’autonomia accessibile anche su larga scala. Un aspetto particolarmente interessante per valutarne l’applicabilità non solo nelle città, ma anche in contesti extraurbani. Secondo Volkswagen, questa innovazione rappresenta una tappa fondamentale verso un nuovo modello di mobilità urbana, sostenibile e condivisa, capace di rispondere anche alle esigenze di aree rurali o scarsamente servite, riducendo il traffico veicolare e offrendo un servizio di trasporto personalizzato. Quando vedremo questo Uber 2.0 in azione? Il debutto ufficiale è previsto ad Amburgo nel corso del 2026, ma l’ambizione è globale: Europa e Stati Uniti sono i prossimi obiettivi.