Volvo EX30 – Rowan: “Un’auto premium a un prezzo competitivo”

Mentre il mondo aspetta l’auto elettrica di massa, arriva la EX30. Che proprio un’auto per tutte le tasche non è, essendo una Volvo, ma che ha comunque il merito di riportare l’attenzione sul prezzo delle elettriche. Ci riesce grazie a un listino – in Italia a partire da 35.900 euro – non economico, ma di certo al di sotto delle previsioni, che fa della B-Suv svedese, offerta anche in abbonamento mensile, un unicum nel suo genere: ovvero, una delle rarissime proposte in un segmento, quello delle Suv compatte premium, schivato da diversi brand che spingono sempre più verso l’alto prezzi e posizionamento. Se la Volvo ha compiuto una scelta controcorrente, senza rinunciare ad avere una piccola in famiglia, le ragioni sono molteplici: industriali (le opportunità offerte dalle sinergie interne al gruppo Geely), strategiche e di visione sul futuro della mobilità. A margine della presentazione della EX30, a Milano, questi temi hanno tenuto banco in una serie di interviste e tavole rotonde, nelle quali abbiamo chiacchierato con il ceo della Casa scandinava, Jim Rowan, con il direttore commerciale (e vice amministratore delegato), Björn Annwall, e con il presidente e ad di Volvo Italia, Michele Crisci.

Un’auto per giovani, ma di un certo livello. Rowan, ex Dyson, al timone della Volvo dal 2022, non ha il minimo tentennamento sulla strada intrapresa: Siamo all-in sull’elettrico, senza ripensamenti. Altrimenti il rischio è fare la fine della Nokia quando è arrivato lo smartphone, ci dice il top manager mentre presenta il nuovo tassello di una gamma che dal 2030 sarà solo a corrente. E il fatto che si tratti una B-Suv, secondo il ceo, non toglie nulla alle ambizioni del marchio: Siamo un brand premium e non vogliamo rinunciare a esserlo. Prima d’oggi non abbiamo mai fatto un’auto così compatta, ma sappiamo che per molti è importante. Per chi vuole una Volvo, senza dover pagare per ciò che non gli serve, perché gli basta una vettura più piccola o dalla batteria meno capace. I clienti tipo sono nettamente più giovani della media attuale, ma non giovani qualsiasi: Professionisti – puntualizza Rowan – che credono nella sostenibilità e tengono all’ambiente. E che perciò sarebbero anche disposti a spendere 599 euro al mese per avere la EX30 in abbonamento, come già accade per la Lynk & Co 01, altra vettura della galassia Geely-Volvo. Acquistata o noleggiata che sia, la nuova B-Suv ha la missione di democratizzare l’elettrico, senza però l’ossessione per i volumi. Intendiamoci, dalla Casa non hanno dubbi che, nel giro di qualche anno, questa diventerà la Volvo più venduta; tuttavia, precisa l’ad noi non facciamo prodotti per il mercato di massa, anche se, grazie alle sinergie interne al gruppo, possiamo permetterci un prezzo competitivo.

“Tecnologia cinese? Non ce n’è”. E qui si arriva a un punto cruciale. La EX30 è realizzata sulla piattaforma Sea (Sustainable Experience Architecture) del gruppo Geely: un pianale modulare e progettato apposta per l’elettrico, concepito per essere condiviso tra vari brand e modelli della galassia del colosso cinese (il medesimo skateboard della EX30, nello specifico, è adottato anche dalla Smart #1 e dalla Zeekr X). Un benefit per noi, perché ci permette di contenere i costi, e per il cliente afferma Rowan, rifiutando l’dea che queste sinergie, e le origini cinesi, possano in qualche modo svalutare il prodotto: Nella EX30 non c’è tecnologia cinese. I materiali sono scelti da Volvo, il design è fatto da Volvo, l’intera auto è progettata da Volvo. Ma è fabbricata a Zhangjiakou, nel Nord della Cina, in uno stabilimento Lynk & Co, pur essendo un’auto che ha come principale riferimento il mercato europeo. Perché non la produciamo in Europa? Perché le nostre attuali fabbriche, situate in Belgio e in Svezia, sono già a pieno regime, risponde il ceo. Ricordando, però, che la Volvo costruirà in Slovacchia, nella regione di Kosice, una nuova fabbrica da 250 mila auto elettriche all’anno.

La sostenibilità fa bene ai costi. Il concetto è ribadito anche da Björn Annwall, numero due della Casa svedese: Per proporre la EX30 a questo prezzo non siamo andati al risparmio, abbiamo semplicemente sfruttato delle efficienze, utilizzato un pianale comune ad altri e scelto di produrre l’auto in uno stabilimento appositamente attrezzato per produrre elettriche su questa piattaforma, generando economie di scala; in Volvo, c’è una mentalità orientata alla sostenibilità e all’attenzione ai costi. Il più delle volte, spiega il manager Annwall, le due cose vanno di pari passo: Si tratta sempre di togliere il superfluo, di ridurre la complessità. Prendi, per esempio, la soundbar (l’elemento principale su cui è costruito l’impianto stereo della EX30, ndr): ha un gran sound e permette di rinunciare a sei altoparlanti. Oppure la batteria la batteria Lfp (litio-ferro-fosfato), per la prima Volta installata su una Volvo e riservata alla variante d’ingresso: Perdi un po’ in autonomia (344 km) e in velocità di carica – ammette Annwall – ma per molte persone, che fanno pochi chilometri in città e ricaricano a casa, non sarà un problema. Intanto, il prezzo dell’auto resta contenuto. Lo stesso approccio, in futuro, potrebbe essere riservato a modelli di posizionamento superiore. Annwall non si sbottona, ma l’ipotesi che anche l’erede dell’XC40 nasca su base Sea, è piuttosto concreta. D’altronde, l’altro marchio scandinavo del gruppo, Polestar, ha da poco presentato una Suv coupé di 4,8 metri, la Polestar 4, costruita sulla medesima base modulare.  

“La prima Volvo che costa come un’endotermica”. Intanto, prezzata 15 mila euro sotto una XC40 Recharge, la EX30 s’incarica di abbassare la soglia d’ingresso all’elettrico Volvo: Questa è la prima Bev di Volvo che costa come un’endotermica. Non ha un balzo di prezzo perché è elettrica: è comparabile a rivali con motore a combustione, sottolinea Michele Crisci, amministratore delegato della filiale italiana. Dando un’occhiata al listino, sul fronte premium si contano poche B-Suv: parlando di endotermiche, ci sono l’Audi Q2 (che non avrà un’erede) e la Mini Countryman, a partire da circa 30 mila euro. Quanto alle elettriche, sia di brand generalisti, sia premium, se si esclude la Kona EV (avviata verso il ricambio generazionale) ci si trova di fronte a prezzi più alti (Smart #1, Opel Mokka-E, DS3 E-Tense e Peugeot e-2008), oppure a lunghezze inferiori (Jeep Avenger). La gamma italiana della EX30 apre a quota 35.900 euro nella versione Single Motor Standard Range con powertrain da 272 CV e batterie da 51 kWh in allestimento Core. Per la variante Single Motor Extended Range, con accumulatori nichel-cobalto-manganese da 69 kWh e autonomia fino a 480 km, servono altri 5.500 euro, per un ticket d’ingresso di 41.400 euro. In attesa di poter configurare anche la EX30 integrale, con batteria da 69 kWh, un motore per assale e una potenza di sistema di 428 CV e 543 Nm.