Auto elettriche – PwC Strategy&: “Cresce la domanda, ma mancano le infrastrutture e i prezzi sono alti”

Gli italiani sono sempre più interessati alle auto elettriche, ma la loro propensione all’acquisto continua a essere frenata dall’assenza di un’adeguata infrastruttura per la ricarica e dai costi troppo elevati. questa la fotografia scattata dalla terza edizione dello studio eReadiness di PwC Strategy& sulle intenzioni e i comportamenti di acquisto di oltre 4.600 consumatori patentati di Italia, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito, Spagna e Svizzera. 

Sale l’interesse. In particolare, tra gli italiani è salita dal 55% dell’anno scorso al 65% circa la percentuale di intervistati che si è dichiarata interessata ad acquistare un’elettrica o un’ibrida plug-in nei prossimi due anni. “Rispetto allo scorso anno, cresce l’interesse verso l’e-mobility da parte dei consumatori definiti ‘Pragmatic’, ovvero coloro che dimostrano un approccio pratico nei confronti delle proprie scelte di vita e di mobilità, cercando il miglior rapporto qualità-prezzo e combinando gli spostamenti in auto con le soluzioni di mobilità condivisa. L’interesse crescente verso l’e-mobility da parte di questi consumatori, che rappresentano circa il 30% della domanda complessiva, evidenzia come il mercato dell’e-mobility stia crescendo anche in quelle fasce della popolazione più tradizionali e meno propense all’innovazione, spiega Francesco Papi, Partner di Strategy& e Automotive leader di PwC Italia. L’età media e il reddito dei proprietari di vetture elettriche si sono leggermente abbassati, a testimonianza del fatto che il business dell’e-mobility sta progressivamente assumendo i connotati di un mercato di massa.

I soliti freni. A trainare la domanda sono principalmente i minori costi di utilizzo, la riduzione dell’impatto ambientale e la possibilità di ricaricare a casa, ma la propensione all’acquisto non si riflette ancora in una decisa penetrazione dei veicoli a basse emissioni sui volumi di vendita: nel primo semestre, le elettriche e le ibride plug-in in Italia e Spagna sono state il 9% delle immatricolazioni totali, rispetto all’88% della Norvegia e al 20/25% degli altri Paesi. I freni sono sempre gli stessi: la mancanza di un’adeguata infrastruttura di ricarica e l’elevato costo delle vetture, solo parzialmente attenuato dall’effetto degli incentivi governativi. Le principali barriere all’acquisto – afferma Papi – continuano a essere l’elevato costo iniziale, la limitata autonomia delle batterie e il tempo necessario alla ricarica. Quest’ultimo, se letto congiuntamente alla minore disponibilità di parcheggi privati da parte dei consumatori ancora scettici rispetto all’acquisto di veicoli elettrici, evidenzia come l’infrastruttura di ricarica pubblica sia un tema centrale per la diffusione dell’e-mobility in questa fascia di popolazione.

L’indice di preparazione. La società di consulenza ha anche elaborato per la prima volta un apposito ‘eReadiness index’ per misurare il livello di maturità di ciascun Paese nella transizione verso la mobilità elettrica, sulla base di quattro dimensioni: incentivi governativi, rete di ricarica, offerta di modelli elettrici e domanda dei consumatori. La Norvegia è prima in classifica, seguita, nell’ordine, da Svizzera, Regno Unito, Germania e Francia. Agli ultimi posti si piazzano l’Italia e la Spagna, a causa principalmente ella scarsa disponibilità di infrastrutture di ricarica. Dalla ricerca emergono anche altri spunti interessanti: il canale d’acquisto preferito continua a essere la concessionaria, anche se crescono l’online e la trattativa tra privati per l’usato. Tuttavia, continua a calare la soddisfazione dei clienti per l’esperienza di acquisto per colpa dell’insoddisfacente gestione del processo di installazione della wallbox di ricarica e, in parte, della limitata capacità dei concessionari di indirizzare appieno i dubbi e le necessità dei nuovi proprietari di elettriche.