Bolide – The I.C.E. St.Moritz, “congelare” il momento: ecco perché è giusto esserci

Lei è sempre là. Del resto lo è sempre stata: con la nebbia, col sole, sotto la neve. La montagna c’è anche di notte. Ma il problema è un altro. il tempo, che manca sempre per andarci. O la scusa. Per non parlare della compagnia. Ma il come no, quello è fuori discussione, visto che ormai è sempre lo stesso da più di cent’anni. Perché sì, quattro ruote sono ancora la risposta giusta. Anche se la domanda è un’altra.

Voglio vivere in un gif, col selfie in fronte Una volta il traguardo era all’arrivo. E così, per raggiungere questo fine si giustificava qualsiasi mezzo. Erano anni di pionieri, di inventori che datemi una leva e ingranerò una marcia. Le piste non erano ancora state rinchiuse in quelle gabbie che sono gli autodromi e si poteva girare intorno a un paio di birilli sulle spiagge della Florida, o via di mille e ancora miglia giù e su per lo stivale. Favole piene di eroi, di principi che si svegliavano a Pechino e cenavano a Parigi perché di sì, di cavalli rampanti e scuderie imbizzarrite. Di Lancia, dame e cavalieri. Guidare sembrava un sogno per tutti e c’era la fila per metterci il sedere sopra, a questo mostro che trasudava futuro, e il proprio nome sotto, alla coppa, alla targa, al cofano ruggente. Il tempo passa, le macchine no. Cambiano soltanto. Oggi la conquista è l’andare, che ad arrivare sono buoni pure quelli in monopattino, e anche se sei un Elon Musk in terra le macchine preferisci chiamarle col nome di un altro. Generazione che vai, usanze che trovi. Quella dei selfisti ha deciso di metterci la faccia, perché le parole volano. Ecco come tutto diventa sfondo, semplice ambientazione per la stravaganza di gabinetti di curiosità formato sedicinoni. Moodboard prt-à-porter, altarini di aspirazioni messe lì per far circolare l’influencer. Le macchine domate da folli che appassionavano le folle oggi emozionano i follower. Perché lo 0-100 si misura in like, non in chilometri l’ora. Insomma, guarda che bello il dito con la Luna là dietro. Per questo si va al The I.C.E.-, a Sankt Moritz, perché il bianco sembra un green screen caduto dal cielo. Basta passerelle agghindate, corsette incartapecorite, riti e miti di un’epoca passata come la spensieratezza. Oggi il sogno è vivere in un gif, in un ritornello animato fatto per ripetere all’infinito il beau geste, il gesto più estetico che atletico, il piacere del momento. Congelato in una story. Infinita.