Toyota bZ4X – La Suv elettrica che ama sporcarsi le ruote – VIDEO

La prima elettrica Toyota sì chiama bZ4X e arriverà nelle concessionarie sul finire del 2022. una Suv lunga, grossomodo quanto l’attuale Rav4 (470 cm per essere precisi), che può essere scelta a due o quattro ruote motrici, ma con un solo taglio batteria: 71,4 kWh, sufficienti, sulla carta, per 450 km di autonomia nel ciclo Wltp. Ha forme affusolate, ma tratti decisi che servono a minimizzare l’impatto con l’aria e ad abbassare il coefficiente aerodinamico. La coda, che profuma di coupé per l’inclinazione del lunotto, alleggerisce visivamente un posteriore generoso, dominato da un grosso spoiler sdoppiato.

Elettrico sì, elettrico no. La bZ4X è il primo di ben 16 modelli elettrici annunciati dal costruttore giapponese. Nulla di strano, direte voi, se non fosse che fino a qualche mese fa, i manager guidati dal presidente Akio Toyoda non facevano mistero delle problematiche dell’elettrico e giudicavano lo stop dei motori termici – previsto dall’Europa nel 2035 – un obiettivo troppo ambizioso. Poi, il cambio di programma. Il perché? Le spinte del mercato, quelle tecnologiche e, non ultime, le pressioni sulle quotazioni in borsa. Presto detto: ecco pronta una nuova gamma a zero emissioni. Ce ne sarà per tutti i gusti e per tutte le taglie: dalle citycar alle sportive, passando per le vetture a ruote alte.

Nel fango. Il mio primo contatto comincia su un percorso off-road. Fangaie, salite disseminate di pietre e guadi profondi fino a 50 cm. L’obiettivo, manco a dirlo, è mettere alla prova la nuova trazione integrale X Mode sviluppata con la Subaru, che conta sul lavoro congiunto di due motori da 109 CV (uno per asse) e sulla possibilità di selezionare diversi settaggi in base alle condizioni: neve-terra o neve alta e fango (sotto i 20 km/h), se le cose dovessero mettersi davvero male. Ed è in quest’ultima modalità che, nonostante gomme estive a basso coefficiente di rotolamento, la bZ4X oltrepassa senza troppi problemi una profonda pozza di fango nella quale sprofondava con tutte e quattro le ruote. A sottolineare i vantaggi del sistema X Mode, riprovo l’esercizio senza selezionare il programma specifico. Ebbene, la Suv si pianta nel bel mezzo del pantano. Insomma, la differenza c’è e si nota subito.

Dossi e guadi, no problem. Altro giro, altra corsa. Sono davanti a una salita ripida, disseminata di grosse pietre viscide. Qui entra in ballo un secondo congegno elettronico, chiamato Grip Control: una sorta di regolatore di velocità, settabile su più posizioni, fino a un massimo di 10 km/h che determina istante per istante, ruota per ruota, l’esatta potenza da fornire. L’auto sale senza esitazioni e a me non rimane che concentrarmi sulla guida. Sulla serie di dossi artificiali, il cosiddetto twist in gergo fuoristradista, viene in aiuto anche l’altezza da terra di 21,5 cm che consente di non toccare il suolo con il fondo dell’auto. Due ruote per volta in presa e la bZ4X si inclina sui dossi puntando il cielo prima con il muso, poi con la coda. Ancora oltre, il guado. Un esercizio voluto dagli istruttori Toyota, probabilmente per sottolineare che le auto a batteria non temono l’acqua. Punto il centro della vasca, ricavata in mezzo alla terra, e mi immergo letteralmente in cinquanta centimetri di liquido. Prova superata.

Sensazione di déjà vu. Finalmente giunto su una strada (asfaltata), familiarizzo meglio con il posto guida. Il volante piccolo e la strumentazione in alto mi ricordano quanto già visto su varie Peugeot con l’i-Cockpit. Qui, il volante lascia libero il campo visivo e, pur non essendo tagliato nella parte alta, favorisce la lettura dei dati della strumentazione. Lo sterzo è rapido, il telaio ben studiato e la batteria collocata sotto il pavimento: ecco perché, nonostante un peso non certo piuma e una stazza importante, la bZ4X è svelta e molto ben bilanciata, con un rollio tutto sommato contenuto e una notevole motricità. E poi ci sono i 217 cavalli complessivi che spingono con una certa verve. Va bene, i 7,7 secondi per lo 0-100 km/h non saranno da primato, ma la spinta è sempre piena e robusta. La velocità massima? Limitata a 160 orari. Non posso invece dirvi se i 450 km d’autonomia promessi dalla Toyota siano realistici oppure no, visto che l’esemplare di preserie che ho guidato non era settato sui consumi della versione definitiva. I presupposti per fare bene, però, ci sono.

Spazio in abbondanza. Oltre alle sue qualità dinamiche, la bZ4X mette sul piatto un abitacolo ben rifinito, tecnologico (lo schermo dell’infotainemnt è da 12 pollici) e, soprattutto, molto spazioso, anche per chi si siede dietro. La coda è bassa, ma il vano posteriore da 452 litri offre comunque lo spazio sufficiente per riporre i bagagli di una famiglia. Ancora stretto il riserbo sui prezzi, anche se è lecito attendersi una proposta attorno ai 45mila euro.