Mercato Italia – Crisi dei chip e incentivi al lumicino: settembre in profondo rosso

Il mercato italiano dell’auto continua a lanciare segnali di una profonda crisi. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, a settembre le immatricolazioni si sono attestate su 105.175 unità, con un calo del 32,7% rispetto allo stesso mese del 2020 e del 26,2% sui livelli pre-covid del 2019. In valori assoluti, il mercato ha perso oltre 51 mila registrazioni nel giro di un anno per colpa sostanzialmente di due fattori: da una parte la scarsa disponibilità di prodotto causata dalla crisi dei chip e dall’altra il rapido esaurimento degli incentivi alla rottamazione. Inoltre, l’andamento dello scorso mese implica un peggioramento per i dati del cumulato annuo: l’immatricolato si attesta, infatti, su 1.165.491 unità, con una perdita di oltre 300 mila veicoli sui primi nove mesi dell’anno scorso e un calo percentuale del 20,6. Si tratta di una contrazione superiore al -20% (registrato negli otto mesi al 31 agosto) e al -19,5% del periodo gennaio-luglio.

Stellantis. Stellantis ha immatricolato 33.465 auto, il 41,5% in meno rispetto a un anno fa, quando FCA e PSA non erano ancora confluite nel nuovo gruppo euro-americano. Tutti i nove marchi chiudono il mese con segno meno: -54,73% per l’Alfa Romeo (939 immatricolazioni), -44,58% per la Citroën (3.499), -15,23% per la DS (423), -43,21% per la Fiat (13.169), -30,05% per la Jeep (4.960), -37,21% per la Lancia (2.944), -33,92% per la Opel (3.284), -49,94% per la Peugeot (4.112) e -20,12% per la Maserati (135).

Volkswagen. Andamento negativo pure per il gruppo Volkswagen: le 15.540 immatricolazioni di settembre implicano una flessione del 31,05%. L’Audi perde il 22,77% (3.096 registrazioni), la Seat il 31,44% (1.352), la Skoda il 60,85% (1.151) e la Volkswagen il 30,51% (9.446). Al contrario, la Lamborghini guadagna il 50%, passando, però, solo da 20 a 30 immatricolazioni, mentre il marchio Cupra, al sesto mese di presenza nel conteggio delle immatricolazioni, conta 465 immatricolazioni, contro le 350 di agosto. 

Renault e Ford. Il gruppo Renault fa meglio del mercato, ma risulta comunque in calo: il costruttore transalpino ha targato 13.623 auto, il 24,53% in meno rispetto a settembre 2020. Di queste, 6.404 sono del marchio della Losanga (-41,89%) e 7.219 della Dacia (+2,66%). Forte calo anche per la Ford, che con 5.856 immatricolazioni chiude il mese con un -45,1%.

BMW e Daimler. Per il gruppo BMW le auto targate sono 4.285, il 37,31% in meno per effetto del -28,3% fatto segnare dal marchio omonimo (3.461 registrazioni) e del -58,96% della Mini (824). Segno meno pure per la Daimler: le 3.625 vetture targate implicano un calo del 37,31%, con la Mercedes in contrazione del 44,79% (3.080) e la Smart dell’1,62% (545).

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota vede le immatricolazioni – pari a 5.893 unità – contrarsi del 37,13%: il marchio omonimo, con 5.555 auto targate, cala del 38,17% e la Lexus, con 338, scende del 13,11%. Male anche la Suzuki con un -26,18% (3.669 unità), la Nissan con un -35,89% (2.308), la Honda con un -34,6% (656), la Mitsubishi con un -39,23% (212), la Mazda con un -10,12% (1.306) e la Subaru con un -10,66% (176). Risultano, invece, positivi i dati delle coreane: grazie a 4.169 immatricolazioni, la Hyundai sale del 2,56%, mentre la consociata Kia, con 4.768 unità, migliora del 7,56%.

Tesla in crescita. Tra i marchi del segmento premium, la Volvo ha immatricolato 1.002 vetture perdendo il 43,29% anno su anno, mentre il gruppo Jaguar Land Rover registra un +7,58% con 1.490 immatricolazioni, di cui 315 per il marchio del Giaguaro (-13,46%) e 1.175 per il brand delle fuoristrada (+15,08%). Bene anche la Tesla, a quota 1.429 immatricolazioni (+49,48%). Andamento negativo per la Porsche (-17,19%, con 236 auto), mentre la Ferrari sale da 27 a 35 vetture (+29,63%).

La top-ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 7.410 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Lancia Ypsilon, con 2.948 esemplari, e la terza dalla Fiat 500, con 2.775. Seguono, nell’ordine, le Dacia Sandero (2.735) e la Duster (2.642), la Renault Clio (2.572), la Jeep Renegade (2.528), la Renault Captur (2.457), la Jeep Compass (2.435) e la Volkswagen T-Cross (2.226). 

Ancora in crescita le elettrificate. Sul fronte delle alimentazioni, i dati forniti dall’Unrae evidenziano ancora una volta la costante crescita delle vetture elettrificate e, di converso, la continua contrazione delle motorizzazioni endotermiche. Nel complesso, l’aggregato delle auto ibride, plug-in ed elettriche cresce del 99,7% rispetto a settembre 2020 e vede la propria penetrazione migliorare dal 4,4% al 13,2%. In particolare, le elettriche pure (8.492) registrano un incremento del 107,2% e salgono dal 2,6% all’8% del mercato, mentre le ibride plug-in, grazie a un incremento dell’89,1% (5.507), passano dall’1,8% al 5,2%. Le ibride non ricaricabili, con un +3,2% e 33.276 immatricolazioni, passano dal 20,5% al 31,3%. All’interno di tale segmento, le full hybrid sono 8.018 (-5,2% con una quota dal 5,4% al 7,5%), mentre le mild hybrid sono 25.258 (+6,2% e penetrazione in crescita dal 15,1% al 23,8%). Tra le motorizzazioni tradizionali, le diesel perdono il 48,6% (20.320) e scendono dal 32,4% al 19,1%. Le auto a benzina, con un -48,6% e 26.591 immatricolazioni, passano dal 32,8% al 25%.

Dacia Spring al vertice delle Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, la Dacia Spring svetta nella top ten con 1.876 registrazioni. Seguono la Fiat Nuova 500 (1.289), la Tesla Model 3 (999), la Smart fortwo (477), la Tesla Model Y (430), la Renault Zoe (408), la Volkswagen ID.3 (356), la Opel Corsa (230), la Volkswagen Up! (214) e la Peugeot 2008 (206). 

L’andamento dei canali commerciali. Quanto ai canali di vendita, quello dei privati si contrae del 34,5%, il noleggio a lungo termine del 14,8% e quello relativo alle società del 9%. Pesanti i cali del noleggio a breve termine (-55,3%) e delle autoimmatricolazioni (-45,6%).

Ancora giù la CO2. Le emissioni medie di CO2 proseguono lungo il trend decrescente e scendono a 114 g/km dai 130,6 di settembre 2020. Nei primi nove mesi dell’anno, la media si è attestata su 121,9 g/km, contro i 135,6 del 2020. Lo scorso mese sono state immatricolate 8.492 auto (8% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 4.989 vetture (4,7% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 66.414 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 62,5% del totale. Oltre a queste tre fasce, le cui vetture rientrano negli incentivi, sono state registrate anche 22.010 auto (20,7% del mercato) con emissioni comprese tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono stati 1.861, pari all’1,7% del mercato.

Il commento dell’Unrae. L’Unrae, nel commentare i dati di settembre, si rivolge ancora una volta al governo per chiedere il rifinanziamento degli incentivi e, soprattutto, la definizione di una strategia di lungo termine per l’intero settore automobilistico. Il continuo ‘stop and go’ degli incentivi non aiuta certo il mercato dell’auto ad agganciare l’attuale fase di ripresa dell’economia nazionale e a ridurre l’handicap dovuto alla crisi dei semiconduttori”, afferma il presidente Michele Crisci. “Ribadiamo perciò il nostro appello al governo affinché faccia rientrare il finanziamento dell’Ecobonus all’interno di una strategia di lungo periodo per l’intero settore dell’automotive, il cui rilancio farebbe anche aumentare ulteriormente il Pil oltre il livello previsto nella Nota di aggiornamento del Def. Viceversa, dal settore automotive arriverà un pesante contraccolpo. L’occasione per consolidare le buone intenzioni che il governo Draghi ha finora mostrato è la prossima Legge di Bilancio. In quella sede”, conclude Crisci, è opportuno introdurre programmi e interventi risolutivi, avviando una corretta strategia di lungo periodo in linea con il percorso di decarbonizzazione, in cui rientra anche lo svecchiamento del parco circolante”.