Mercato italiano – Settembre positivo: +5,4%

Il mese di settembre si rivela ancora positivo per il mercato automobilistico italiano, a conferma di una ripresa iniziata a luglio (con un rallentamento del declino) e proseguita anche ad agosto, quando la domanda è cresciuta quasi a doppia cifra (+9,9%) interrompendo un periodo di ben 13 cali mensili consecutivi. Secondo i dati definitivi diffusi dal ministero dei Trasporti (pochi giorni fa sono stati comunicati solo numeri parziali a causa di problemi al sistema di raccolta delle istanze di immatricolazione) il mese scorso le registrazioni sono state 110.976, per un incremento del 5,4% rispetto a un anno fa. In ogni caso, il consuntivo dei primi nove mesi dell’anno rimane in territorio ampiamente negativo: le immatricolazioni del periodo sono 976.055, il 16,27% in meno rispetto al 2021.

Stellantis. A settembre, il gruppo Stellantis ha immatricolato 35.946 auto, il 7,29% in più rispetto a un anno fa. Segno più per quasi tutti i marchi: +65,85% per l’Alfa Romeo (1.564 targhe), +36,75% per la Citroën (4.793), +14,89% per la DS (486), +8,21% per la Fiat (14.268), +25,74% per la Lancia (3.703), +210,37% per la Maserati (419), +13,02% per la Opel (3.715). Cala invece la Jeep, con un -41,68% (2.896), mentre è sostanzialmente stabile la Peugeot: -0,29% e 4.102 registrazioni.

Gruppo Volkswagen. Per il gruppo di Wolfsburg, le immatricolazioni totali sono 18.0685, per un incremento del 16,19%. L’Audi cresce del 65,84% (5.136 registrazioni), la Seat cala del 44,72% (748) e la Volkswagen perde l’11,7% (5.8.346). In crescita Cupra (+173,61% e 1.275 vetture), la Skoda (+120,12%, 1.2.538), negativa la Lamborghini (-16,67% con 25 immatricolazioni).

Renault e Ford. I francesi chiudono il mese di settembre con un calo del 23,74% e 10.395 registrazioni. Di queste, 5.624 sono del marchio della Losanga (-12,19%) e 4.771 della Dacia (-33,97%). In contrazione anche la Ford, ma a tassi decisamente più contenuti: sono 5.747 le targhe, l’1,96% in meno rispetto ad agosto 2021.

BMW e Daimler. Per il costruttore di Monaco le registrazioni sono 5.213, con un incremento del 21,6% rispetto a un anno fa, per effetto delle 3.818 immatricolazioni della BMW (+10,25%) e delle 1.395 Mini (+69,3%). Crescono a doppia cifra anche i numeri della Mercedes-Benz (+43,28%, 5.214 vetture), con il brand della Stella a tre punte a +58,02% (4.889) e la Smart in flessione del 40,37% (325).

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 8.505 veicoli e cresce del 43,59%: il marchio omonimo, con 8.252 targhe, sale del 47,75%, mentre la Lexus, con 253 auto, flette del 25,15%. Giù la Suzuki (-38,66%, 2.253 unità), la Mazda (-24,96%, 980), la Nissan (-2,38%, 2.254) e la Mitsubishi (-75,9%, 87), mentre la Subaru guadagna il 2,82% (182 iscrizioni). Giù i costruttori coreani: con 3.693 immatricolazioni, la Hyundai scende dell’11,48%, mentre la consociata Kia perde il 22,31% (3.712).

Volvo e JLR. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo registra 1.346 vetture, guadagnando il 34,2%. Il gruppo Jaguar Land Rover, invece, perde il 32,31%: le immatricolazioni sono 1.010, di cui 243 per il marchio del Giaguaro (-23,1%) e 767 per il brand delle fuoristrada (-34,78%). Il calo anche la Tesla, con un -15,65% (1.207 elettriche immatricolate), mentre si comportano bene la Ferrari (+54,29% e 54 unità) e la Porsche (+177,54% e 655 targhe).

Gli altri brand. Sembra ormai inarrestabile la cavalcata della DR (2.761 vetture, +249,94%), alla quale, giustamente, abbiamo dedicato un intero servizio su Quattroruote di settembre. Tra i marchi con vetture di origine cinese, bene la Lynk & Co (312 auto, +55,22%) e ancor di più la MG (484 immatricolazioni, +849,02%).

La top ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 8.102 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Lancia Ypsilon (3.703) e la terza dalla Fiat 500 (3.378).  Seguono, nell’ordine, la Citroën C3 (2.655), la Dacia Sandero (2.476), la Ford Puma (2.448), la Toyota Yaris (2.413), la Toyota Aygo X (2.282), la Renault Clio (2.251) e la Renault Captur (2.236).

L’andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita i privati calano del 6,3%, mentre il noleggio a lungo termine vola a +44,9% e quello a breve a +184,1%. Bene anche le società, con un +16,2. In calo le autoimmatricolazioni (-7,3%).

Elettriche ancora giù. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione conferma il crollo delle elettriche e, di conseguenza, lo scarso appeal degli incentivi. Le auto a benzina continuano a crescere (+15,1% e una quota in salita dal 25% al 27,2%) e torna a salire il diesel: +6,6% e una penetrazione in miglioramento dal 19,1% al 19,3%. In calo le Gpl (-2,2%), mentre i veicoli a metano sprofondano sempre di più (-71,3%). Sul fronte delle elettrificate, le ibride guadagnano il 20,8% e passano dal 31,3% del mercato al 35,7%, mentre le ibride plug-in continuano la loro discesa con un -19,8% e una penetrazione in contrazione dal 5,2% al 4%. Peggio ancora fanno le elettriche, con un -40,1% e una quota quasi dimezzata dall’8% al 4,5%.

La Model Y supera la 500. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, la Fiat Nuova 500, con 470 targhe, perde il primo posto superata dalla Model Y (968). Seguono la Smart fortwo (308), la Tesla Model 3 (238), la Renault Twingo (233), la Opel Mokka (209), la Volkswagen ID.4 (201), la Opel Corsa (183), la Volvo XC40 (183) e la Peugeot 208 (159).

Emissioni ancora su. Il calo delle plug-in e delle elettriche consolida l’aumento delle emissioni. La CO2 media è pari a 119,3 g/km, in crescita del 4,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A settembre sono state immatricolate 2.232 auto (3,4% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 1.161 vetture (1,7% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 48.540 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 73% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 13.006 auto (19,6% del mercato) con CO2 tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono a quota 1.004 unità (1,5% del mercato).

Il commento dell’Unrae. Nell’analizzare l’andamento del mercato, il presidente dell’Unrae, Michele Crisci, sottolinea “la forte flessione” di auto plug-in e “l’appiattimento” delle elettriche: ” un chiaro indice del definitivo esaurimento dell’effetto incentivi 2021 e del fatto che quelli del 2022 non siano ancora a pieno regime dopo tre-quattro mesi dall’attivazione della piattaforma. Guardando all’immediato futuro, auspico che possa insediarsi al più presto il nuovo esecutivo, al quale assicuriamo la nostra disponibilità a collaborare e a portare la nostra esperienza a supporto del delicato processo di decarbonizzazione del trasporto passeggeri e merci”. Crisci chiede al governo di dare un “robusto stimolo al rinnovo” del parco circolante, di “accelerare l’infrastrutturazione di tutto il territorio nazionale con punti di ricarica pubblici e privati” e la “revisione strutturale della fiscalità. Il tutto facendo salve le esigenze di equità sociale e di coesione territoriale”.