Mercedes-Benz GLC – Un gran bel viaggiare, anche in fuoristrada

Oltre a essere la Suv più venduta della Stella, la seconda serie della Mercedes-Benz GLC è anche uno degli ultimi modelli della Casa con il motore termico a vedere la luce. Elettrificato, si capisce: ibrido plug-in (a benzina o a gasolio) e mild hybrid a 48 volt. Proprio come la 220d oggetto di questa prima guidata, nella splendida zona dei Pirenei spagnoli, un centinaio di chilometri a nord di Barcellona.

B contro C. La Mercedes-Benz GLC cresce sulla stessa ossatura della Classe C di ultima generazione, con motori longitudinali, e aggiunge alla ricetta la trazione integrale 4Matic di serie su tutte le versioni. Nonostante l’aumento della lunghezza (+6 centimetri, per un totale di 4,72 metri) e delle carreggiate, le dimensioni della GLC rimangono ancora piuttosto simili a quelle della GLB (4,63). La quale, però, è realizzata sull’ossatura della Classe A, quindi con propulsori montati trasversalmente e, volendo, pure con la trazione sulle ruote anteriori. Per una differenza di prezzo notevole: il listino della GLC attacca a quota 61.345 euro, quello della GLB (disponibile anche a sette posti) parte da 38.800.

Tecnologia. Ciò detto, si percepisce chiaramente che la GLC è tutt’altra macchina. Seduti al posto guida, per esempio, ci si trova a tu per tu con la stessa plancia della Classe C, multimedialità compresa. Davanti agli occhi avete un pannello riconfigurabile da 12,3 pollici, che fa il paio con il touch verticale dell’Mbux. Un sistema multimediale che ha pensionato molti tasti fisici, e che si può gestire sia con il dito sia con la voce, grazie a un assistente vocale in grado di comprendere bene anche frasi naturali. Pronunciando Hey Mercedes,si può cambiare la stazione radio, impostare una destinazione nel navigatore oppure, ancora, aggiustare la temperatura del clima automatico. Meno riusciti i tasti al volante, con i quali è facile fare un po’ di confusione, almeno nei primi tempi di convivenza.

Dimensioni dell’abitacolo. Il passo è cresciuto di un paio di centimetri ma, a occhio, lo spazio a disposizione per gli occupanti è rimasto quello di sempre: in quattro si viaggia molto bene. L’eventuale quinto passeggero è disturbato da un tunnel generoso, causa albero di trasmissione. La capacità del bagagliaio s’annuncia adeguata: secondo la Mercedes-Benz, il vano è cresciuto di una settantina di litri, per un totale di 620. Diverso il discorso per le versioni plug-in. Qui la batteria, installata sotto il piano di carico, ruba una notevole quantità di centimetri: il valore dichiarato scende a quota 470 litri. Ottima, come sempre, la finitura. All’appello non manca il portellone elettrico.

220d, la più venduta. Il quattro cilindri due litri biturbodiesel da 197 cavalli e 440 Nm farà, con tutta probabilità, la parte del leone nelle vendite. Fluido, omogeneo e pure piuttosto brillante, alza un filo la voce soltanto in piena accelerazione e dialoga alla grande con il cambio automatico a 9 rapporti. Senza prodursi mai in fastidiose vibrazioni. Con il sistema mild hybrid a 48v, spegnimenti e riavvi sono molto dolci e l’efficienza si mantiene elevata: secondo la Mercedes-Benz, a seconda degli allestimenti la GLC 220d 4Matic percorre tra i 16,9 e i 19,2 chilometri con un litro di gasolio. Nel listino figura anche la 300 de, la plug-in diesel. Grazie alla capacità della batteria aumentata fino a 31,2 kWh, la Casa dichiara un’autonomia, in elettrico, superiore ai 100 chilometri. Nonostante in un primo momento non fosse previsto il suo arrivo, prossimamente si potrà scegliere anche il sei cilindri a gasolio, sempre con elettrificazione leggera.

Viaggi morbidi e silenziosi. Il lato migliore della GLC è senz’altro il confort. Specialmente se si scelgono le sospensioni Airmatic, con molle ad aria, che riescono ad ammorbidire la stragrande maggioranza delle asperità, siano buche, cunette o dossi. Sembra di essere su un tappeto volante, perfettamente isolato dalla strada. L’abitacolo, poi, è insonorizzato molto bene: anche alle velocità tipiche dell’autostrada, fruscii e rumore di rotolamento dei pneumatici rimangono fuori e si può tranquillamente chiacchierare senza dover alzare il tono di voce.

Strada e fuoristrada. La seconda serie della GLC migliora anche dal punto di vista dell’handling, con il debutto delle ruote posteriori sterzanti. Che, insieme allo sterzo con rapporto diretto, aumentano in modo notevole la maneggevolezza. Non raggiunge il dinamismo di una Stelvio o di una X3, d’accordo, ma permette di guidare veloci e sicuri fra i tornanti senza chiedere, in cambio, un impegno eccessivo. E, in città, i parcheggi e gli spazi stretti s’affrontano con cuore più leggero. Le ruote posteriori sterzanti aiutano anche in off-road, dove la GLC conferma le sue (straordinarie) qualità. Difficilmente i proprietari la metteranno alla prova su mulattiere e fangaie, ma è bello sapere di poter arrivare in posti che, sulle prime, sembrerebbero fuori portata. Ho avuto la possibilità di guidare la GLC 400e, l’ibrida plug-in più potente a benzina, su un percorso piuttosto difficile, ricavato nei pressi di un lago in secca. Lei ha affrontato a testa alta una gran varietà di ostacoli può farlo in silenzio, se la batteria è carica a sufficienza – uscendo senza grosse difficoltà da solchi, twist e tratti di terra smossa, volentieri su salite e discese ripidissime. Con una motricità che sorprende, se si considera che l’esemplare provato calzava pneumatici di tipo all season. Tutto ciò che dovete fare è inserire la modalità off-road: al resto pensa lei. La vocazione fuoristradistica della GLC trova la sua piena dimensione scegliendo il pacchetto dedicato, che innalza di cinque centimetri la luce libera al suolo e aggiunge una schermata specifica dell’infotainment, per tenere d’occhio numerosi parametri vitali della macchina. Non manca nemmeno il cofano trasparente: una telecamera proietta, sul display centrale, la visuale sotto la vettura, per sapere esattamente dove si stanno mettendo le ruote.