Pnrr – Per le smart city servono più competenze e meno burocrazia, non solo fondi pubblici

Sindaci e assessori parlano, spesso e volentieri, di smart city e il Pnrr (Piano nazionale di rilancio e resilienza) ha stanziato 10 miliardi di euro per far sì che le città siano in grado di gestire le risorse in modo più “intelligente” ed economicamente sostenibile. Tuttavia, stando a quanto emerso durante il convegno “Data Driven Cities”, organizzato dalla società di consulenza Bain & Company e dall’associazione Amerigo, non sono pochi gli ostacoli per trasformare i sogni in realtà. Infatti, per approfittare dei benefici delle città del futuro è necessario aumentare l’attenzione su tre aspetti: governance dei dati, mancanza di competenze e aspetti burocratici. Vale per l’Italia, ma anche per tutto il mondo, ormai sempre più caratterizzato da una crescente urbanizzazione della popolazione (secondo l’Onu, entro il 2050, circa il 70% delle persone vivrà, si sposterà e lavorerà in aree urbane).

L’importanza dei dati. Per affrontare la crescita economica e, ancor più, demografica, senza aumentare congestione e inquinamento, le città dovranno investire su quelli che sono considerati i pilastri della trasformazione, ossia digitale, mobilità ed energia. Solo così sarà possibile offrire alla cittadinanza soluzioni sostenibili, accessibili e inclusive. C’è, però, una condizione per raggiungere un traguardo del genere: si dovrà rendere prioritarie la raccolta, la gestione e l’analisi dei dati, in modo da integrare i tre pilastri della trasformazione e quindi amplificare benefici economici e sociali. Il tutto ha un’ulteriore componente fondamentale: la collaborazione tra pubblico e privato.

Cogliere le opportunità. “Nei prossimi tre-cinque anni, lo sviluppo delle smart city sarà centrale a livello globale e per la crescita del nostro Paese, come si evince anche dalle risorse stanziate dal Pnrr”, ha affermato Roberto Prioreschi, managing partner di Bain & Company Italia & Turchia, sottolineando la necessità di integrare gli aspetti legati a “elettrificazione, decentralizzazione e digitalizzazione” per rafforzare la trasformazione degli agglomerati urbani, generare valore per la società e l’industria (si parla di oltre 2.400 miliardi di dollari già entro il 2025) aumentare l’efficienza, ottimizzare l’allocazione delle risorse e sviluppare nuovi servizi. “Tuttavia – avverte Prioreschi – è necessario lavorare urgentemente su tutte le sfide legate al tema della digitalizzazione delle smart city: in primis la governance dei dati, la mancanza di competenze e gli aspetti burocratici”.

L’intervento di Francois. All’evento ha partecipato, tra gli altri, Olivier Francois, amministratore delegato della Fiat e responsabile marketing del gruppo Stellantis. Il top manager ha subito sottolineato i risultati raggiunti con la Nuova 500: “Per noi è naturale, ed è nostro dovere, essere il game changer della mobilità urbana elettrica e sostenibile”, ha detto Francois. “Ci stiamo riuscendo: la Nuova 500 è già il secondo veicolo elettrico più venduto in tutto il mercato europeo e leader in Italia, Germania e Francia”. Il dirigente ha poi posto l’accento sulla necessaria collaborazione tra tutte le parti coinvolte nello sviluppo delle città: Per avere successo e aprire la strada a una mobilità urbana più sostenibile dobbiamo fare gioco di squadra, combinando gli sforzi di molteplici soggetti. I temi chiave e più urgenti da affrontare sono la creazione di un’infrastruttura capillare di ricarica rapida nelle città, di edifici ‘intelligenti’ e di punti di ricarica domestica per i condomini esistenti e la mobilità interconnessa: i principali fornitori di mobilità devono lavorare insieme per offrire un’esperienza combinata (ad esempio: treno, veicoli elettrici e ultimo miglio). Naturalmente, tutto questo ha bisogno del sostegno di diversi attori, sia pubblici che privati: solo in questo modo possiamo avere successo insieme per creare un futuro più sostenibile e migliore per i nostri cittadini.