BMW – P66/3: il cuore pulsante della M Hybrid V8

A poche settimane dalla prima accensione del propulsore della nuova BMW M Hybrid V8, c’è gran fermento per l’inizio del programma di sviluppo della vettura LMDh, percorso propedeutico al debutto competitivo nel campionato IMSA e alla prima prova prevista a gennaio 2023, l’iconica 24 Ore di Daytona. In attesa di vedere in pista il nuovo prototipo della Casa di Monaco di Baviera, andiamo a curiosare sotto il cofano e a conoscere meglio i dettagli tecnici dell’otto cilindri contraddistinto dalla sigla P66/3.

La scelta. Ancora prima della decisione della BMW di sposare il progetto LMDh, nel giugno del 2021, Ulrich Schulz – head of Drivetrain Design in BMW M Motorsport – aveva avviato una valutazione per determinare quale motore da corsa sarebbe stato più adatto alla conversione a un sistema ibrido ad alte prestazioni. Con i tempi che corrono, progettare da zero un propulsore del genere sarebbe stato semplicemente fuori discussione, per questo il gruppo di lavoro di Schulz si è concentrato sulla conversione di un motore già esistente. “Durante la fase di valutazione abbiamo esplorato le possibilità date dal quattro cilindri P48 della BMW M4 DTM e al motore turbo otto cilindri P63 della BMW M8 GTE, ma potenziali problemi con la durata del P48 e il peso del P63 hanno spinto alla scelta del P66. Siamo riusciti a utilizzare materiali sviluppati ai tempi dell’impegno di BMW in Formula 1 per la base del motore, così come per i singoli componenti, e questo ci ha fatto risparmiare molti soldi rendendo il progetto efficiente e sostenibile”.

Lo sviluppo. In una prima fase, i tecnici di BMW hanno utilizzato il motore DTM P66/1 aspirato modificandolo in una sorta di motore intermedio che ha preso il nome di P66/2. Principalmente, si è lavorato sull’affidabilità e all’aumento delle prestazioni, oltre che alla gestione delle temperature. Oltre alle prove al banco c’è stata parecchia attività di simulazione anche in pista, per poi passare alla versione P66/3 comprensiva di versione biturbo, con adeguamenti alle specifiche esigenze del telaio Dallara. Il blocco cilindri e le testate sono stati rifusi nella fonderia della BMW a Landshut, in Germania, e il sistema di iniezione è stato ricostruito per l’iniezione diretta. Gli ingegneri BMW, che vantano già molta esperienza con i sistemi elettrici grazie al progetto Formula E, parallelamente stavano già lavorando all’integrazione del motore elettrico. L’unità che costituisce il sistema di propulsione ibrida è costituita dal motore elettrico, dall’inverter e dalla batteria ad alta tensione. C’è una frizione di separazione tra il motore elettrico e quello endotermico e questo consente di utilizzare una guida completamente elettrica, ad esempio nella corsia box.

Presto in pista. Non passerà molto tempo per vedere in pista la nuova BMW M Hybrid V8 LMDh e avremo modo di vedere in azione il motore P66/3 con i suoi 640 cavalli di potenza con una coppia di circa 650 NM. L’obiettivo è arrivare a gennaio pronti per dare l’assalto alla top class della IMSA, già a partire da Daytona.