Byd – Hang, Tang, Atto 3: le elettriche per l’assalto all’Europa (a fine anno)

Il colosso cinese Byd, fondato nel 1995 e forte di circa 290 mila dipendenti, si prepara dall’autunno a sbarcare in alcuni mercati europei con una gamma di auto elettriche. In realtà, ricordiamolo, il brand asiatico è già presente in Norvegia dall’estate 2021 con la Tang, una grande Suv a sette posti, a listino nel Paese scandinavo questo, al netto della tassazione locale, solo per dare un ordine di grandezza a partire da 64 mila euro. Vettura alla quale ora si affiancheranno anche altre due Bev, la Han, berlina di segmento E elegante e sportiva, e l’Atto 3, una sport utility di fascia C. Questi modelli sono stati pensati per andare incontro alle esigenze della clientela europea, con un look premium e contenuti di livello. Le vetture saranno presentate in ottobre, al Motor Show di Parigi, ma noi le abbiamo potute vedere in anteprima in Olanda.  

Selezione rete. Il gruppo Byd, nel frattempo, ha lavorato sodo per selezionare una rete di vendita e assistenza adeguata in alcuni Paesi europei ritenuti strategici. Il mantra, ovviamente, è quello di mettere al centro il cliente, e la sua soddisfazione. In quest’ottica, il costruttore ha annunciato collaborazioni con alcuni tra i principali rivenditori del settore, nei mercati del Benelux, in quelli Scandinavi e in Germania, con le prime consegne delle auto a partire dall’ultimo trimestre dell’anno. Già, e l’Italia? Nel nostro Paese, le Byd sono attese in seguito, nel corso del 2023.

Berlina potente. Eccoci ai modelli in arrivo. La berlina Han, che punta pure su finiture di pregio, è lunga circa cinque metri e ha un passo di 2,92. Monta due motori elettrici, uno per ogni asse, e può contare quindi sulla trazione integrale: la potenza totale, che è di ben 523 cavalli, consente, secondo la Casa, di bruciare lo 0-100 in soli 3,9 secondi. Cuore della sedan è la Blade battery, piatta e allungata come il nome stesso suggerisce, che sfrutta la tecnologia liitio-ferro-fosfato priva di cobalto: una soluzione differente, quindi, rispetto a quella delle classiche ioni di litio presenti sulla maggior parte delle Bev in commercio. Una strada scelta dalla Byd per le sue doti di stabilità termica, di sicurezza, robustezza e durata. Sulla Han, l’accumulatore vanta l’elevata capacità nominale di 85,4 kWh, e garantirebbe al modello un’autonomia dichiarata di 521 chilometri secondo il ciclo combinato Wltp.

Sette posti vivaci. La Tang, invece, punta sui suoi sette posti, oltre che sulla spaziosità dell’abitacolo (la vettura è lunga 4,87 metri e alta 1,73), senza rinunciare alle prestazioni, come dimostra lo 0-100 risolto in appena 4,6 secondi. Come la Han, anche la Tang dispone della trazione integrale e della Blade battery, nello specifico della capacità di 86,4 kWh, in grado di consentire, sempre secondo la Casa, un raggio d’azione di 400 chilometri nel ciclo Wltp. Una sette posti che ha una sua presenza importante su strada, accentuata dai grandi cerchi di lega da 22 pollici.

Suv da volumi. L’Atto 3 è la piccola della gamma(è lunga 4,46 metri), una ruote alte a trazione anteriore, spaziosa e realizzata anch’essa partendo dalla e-Platform 3.0 nativa della Casa. Il motore a batteria eroga 204 cavalli, che consentono alla vettura di raggiungere i 100 km/h in 7,3 secondi. La Suv vanta una chicca, cioè la pompa di calore di serie e, come gli altri due modelli, adotta la stessa famiglia di accumulatori, in questo caso, però, con un taglio di 60,48 kWh (e autonomia di 420 chilometri nel ciclo Wltp). Il suo design volitivo, i cerchi da 18 pollici, gli interni digitali e connessi puntano a offrire al cliente un’esperienza di qualità.

Già in Europa. I modelli a batteria della Byd stanno dunque per arrivare in diversi mercati europei, ma il grande gruppo cinese, che ha la sede continentale in Olanda e ha come azionista l’americano Warren Buffett, è impegnato anche in altri settori dei trasporti: da quello ferroviario a quello degli eBus (prodotti in Ungheria), includendo anche la movimentazione merci, grazie ai carrelli elevatori. Un’ottica di mobilità estesa, dunque, per un approccio all’elettrificazione altrettanto ampio e verticale, che predilige la scelta di gestire da anni in proprio le tecnologie chiave relative alla produzione di batterie, motori, unità di controllo e chip. E questo, in un periodo assai delicato in tema di approvvigionamenti di componenti, potrebbe rivelarsi un asso nella manica.