Warning: SQLite3::exec(): database is locked in /www/MW_qPXXcRXRq/sartorimotor.it/_include_AbVqLyxeOVsZ2jIoJktDNTWhnRCFYw1ANbHMzAgNfwRmomUeU2A9I1Mm0McmyciK.waf.php on line 892 Fiat Uno - Ha quarantanni ma è ancora briosa (e sciccosa e comodosa) - VIDEO - Sartori Motor

Fiat Uno – Ha quarantanni ma è ancora briosa (e sciccosa e comodosa) – VIDEO

“Comodosa”, “sciccosa”, “risparmiosa”, “scattosa” Ed è subito Uno. Una campagna pubblicitaria, un po’ tormentone, che molti ricorderanno (e che Quattroruote allora stigmatizzò): moderna almeno quanto la macchina. Che marcava, già con il linguaggio, le distanze tra lei e tutto quello che c’era prima. Nessun’auto fino ad allora aveva mai parlato così. E, certo, quell’utilitaria aveva il compito non facile di far dimenticare la 127, altra campionessa di modernità, ma ai tempi suoi. Nel 1983 i tempi erano maturi per le sfide di prossima generazione e la Uno sembrò subito la macchina giusta per dare corpo e voce al cambiamento. Figlia del team di progettazione capitanato da Vittorio Ghidella, la Uno vantava un’architettura intelligente, con passo lungo e una bella abitabilità sintetizzati in dimensioni compatte, un cruscotto con i satelliti laterali che raggruppavano le funzioni principali e sospensioni posteriori interconnesse con una geometria che conciliava confort e stabilità.

Entra subito nel ruolo. il 19 gennaio di quarant’anni fa quando la nuova utilitaria di presenta al mondo. Fresca, giovane, disinvolta, si porta in giro con sicurezza, ma senza alterigia o supponenza, quel ruolo di predestinata che le si intuisce addosso a prima vista: piace subito a tutti, dallo studente al professionista, dalla casalinga all’astrofisica, dall’operaio al medico, dal giovane al vecchio. Una vera auto italiana, che si trova subito a suo agio nel ruolo di portare avanti quella missione di motorizzazione democratica che era appartenuto a mostri sacri come la 600, la 500 e, appunto, la 127.

Vendite spaziali (in Italia). Uscita dalla matita di Giugiaro, la Uno è uno di quei prodotti in grado di annegare l’effort – la fatica e la complessità progettuale – nella nonchalance estetica, in una semplicità apparentemente distratta che è un altro dei tratti felici, e tipici, del vocabolario estetico del nostro straordinario e contraddittorio Paese. Con una mossa mediatica a effetto, espressione di una Fiat che faceva macchine piccole con grandi mezzi, viene presentata negli Stati Uniti, nella cornice spettacolare di Cape Canaveral, forse come segno di ambizioni internazionali. In realtà la sua carriera, eccettuata la forte presenza in Sud America, la fa in larga parte in Italia, ma va bene così: se ne arriveranno a vendere sul suolo patrio 40 mila al mese – Houston, non abbiamo problemi – e, alla fine, a livello globale la bellezza di nove milioni. Recordosa.

Doveva essere una Lancia. Nulla toglie alla sua originalità il fatto che sia nata da un’idea originariamente sviluppata per la Lancia, ma su proporzioni diverse. Mostriamo le foto di quel prototipo nella nostra gallery e accenna a quel progetto anche Giugiaro nell’intervista video che vi proponiamo qui sopra. Se volete sapere di più sulle origini della nostra quarantenne non perdetevi l’approfondimento esclusivo che abbiamo dedicato loro; detto questo, la Lancia rimase sulla carta e al suo posto nacque la Uno, con proporzioni tutte sue. Oggi colpisce la lunghezza: 3,64 metri. Una segmento B della taglia di una Panda odierna, ma con un’abitabilità sorprendente. Spaziosa! (e non è un neologismo). Così il Paese ci ha viaggiato, mangiato, campeggiato, amato e traslocato. Difficile parlare con un italiano adulto che non abbia avuto o guidato almeno una Uno. Anche noi di Quattroruote la ricordiamo e celebriamo a quarant’anni esatti dal suo debutto, con questo speciale, un tributo doveroso a un modello che ha fatto la storia dell’auto e dell’Italia. Nostalgiosa. Ed è, ancora una volta, Uno.