Lexus RX – Full hybrid, turbo: ora è più appagante
Pensi a Lexus e ti viene in mente l’ibrido. Che poi è quello Toyota: affidabile, efficiente, capace di tenere bassa la sete di benzina anche su una grande Suv. Un’idea che arrivò nel 2003 con la prima RX (la 400h). Oggi, però, con la quinta generazione pronta a far capolino nelle concessionarie, la Lexus RX amplia l’offerta motoristica: confermate la classica full hybrid (350h) e la variante plug-in (450h), ma da oggi c’è anche la 500h che introduce un nuovo modo di intendere la tecnologia ibrida.
Arriva il turbo. Dentro il cofano c’è un 2.4, quattro cilindri in linea turbocompresso (una prima per Lexus) che insieme ai due motori elettrici (uno per asse) sviluppa 371 cavalli complessivi per uno 0-100 in 6,2 secondi. Lei si pone al top della gamma con un prezzo di listino di 99.000 euro. Unico allestimento, il più ricco F-Sport, e tutta una serie di dettagli tecnici prima non pervenuti. Cambia la filosofia a monte, che non è più quella della massima efficienza votata al risparmio di carburante, ma si fanno strada anche le prestazioni e un certo piacere di guida.
Il cambio che mancava. una full hybrid anche lei, ma con un’architettura diversa. Per prima cosa non hai a che fare con la classica trasmissione e-CVT a variazione continua montata sulle altre versioni. Al suo posto un sei marce automatico con convertitore di coppia: effetto trascinamento addio. Te ne accorgi distintamente in modalità automatica quando, chiedendo potenza, non percepisci più il motore salire rapidamente di giri, con poca coerenza con la velocità reale. Ora ci sono sei rapporti veri che vengono sparati dentro, uno dietro l’altro al regime corretto. Il piacere di guida è su un altro livello.
Luxury lounge. Intorno al posto guida, non ci sono particolari effetti speciali. L’arredamento è curatissimo, la qualità dei materiali è all’altezza delle aspettative di questo prezzo, ma non brilla per soluzioni avveniristiche. Al centro della plancia si staglia un touchscreen da 14 pollici di diagonale per il sistema multimediale, che adesso può contare sull’assistente vocale, azionabile dicendo Hey Lexus, su una Cpu più potente, su servizi cloud e sugli aggiornamenti over-the-air. Il silenzio a bordo è sovrano a tutte le andature, mentre ti rilassi su sedili dalle imbottiture perfette per esser morbidi, ma sostenuti dove serve. Ci sono anche ventilazione o riscaldamento a seconda delle esigenze. I chilometri scorrono via che è un piacere, coccolati anche da un impianto audio di alto livello firmato Mark Levinson con 21 speaker.
Gira anche dietro. Ma se la strada non è più quella a tre corsie, la nuova RX 500h ti accompagna lo stesso di buon grado, soprattutto nella modalità più sportiva, che irrigidisce gli ammortizzatori e rende ancor più pronta e svelta la trasmissione. Le ruote posteriori sterzanti, una prima anche loro, danno un bel contributo in curva rendendo la grossa Suv, di quasi cinque metri, più agile di quello che diresti. Alle alte velocità, invece, ruotando nella stessa direzione di quelle anteriori, alzano l’asticella alla voce stabilità.
Coppia dove serve. Sul guidato entra in partita anche il nuovo sistema Direct4, una sorta di controllo di trazione pensato per gestire con precisione l’erogazione della potenza tra motore elettrico anteriore e posteriore, andando a bilanciare continuamente la coppia trasmessa sui due assi in base alle condizioni stradali e allo stile di chi sta guidando. In questo modo la coppia, secondo la Lexus, potrebbe arrivare fino all’80% dietro. Uso il condizionale perché mi riservo di valutare questa tecnologia con i dati del Centro prove (arriverà per il prossimo numero). Mi sono accorto, invece, del nuovo impianto frenante, esclusivo della 500h, che ora prevede dischi all’anteriore da ben 400 mm. Fondamentali per fermare con maggior energia una massa di poco superiore alle 2 tonnellate. Posto che le parole sportività e Suv, faticano a stare nella stessa frase, devo dire che ora la RX si lascia guidare con un certo trasporto, sfoggiando delle qualità prima messe da parte. Sicuramente il confort rimane il suo primo obiettivo, ma ora ci si può togliere qualche soddisfazione in più.