Opel – GSe, sportività in salsa elettrificata

Negli anni 70 e 80 era l’iniezione – o “einspritzung”, alla tedesca – a guidare la sportività nella sigla GSe della Opel. Ma i tempi cambiano: il rilancio di questa sigla cambia infatti il significato della “e”, che diventa oggi acronimo di electric, con la Grandland e la Astra che grazie all’ibrido plug-in possono contare su una maggiore potenza. Per scoprirle, siamo andati a Rüsselsheim, dove ha sede la Casa del Fulmine, toccandole con mano e parlando con chi le ha create.

L’easter egg dentro le Opel. Eun Seok Lee (exterior designer di Opel) e Kyung Min Lee (interior designer) ci hanno raccontato le basi dello stile Opel di oggi e domani, sottolineando come il Vizor (la calandra anteriore che include anche i fari) sia un elemento fondamentale per il marchio. Infatti, se in futuro avrà numerose funzioni accogliendo per esempio sensori e telecamere nei modelli attuali guida anche la progettazione degli interni. La plancia Pure Panel con doppio display da 10″ dell’Astra GSe, per esempio, ha una forma curvilinea senza cornici che ricorda proprio il Vizor sul frontale. Ma nell’abitacolo ci sono anche delle chicche nascoste, come i piccoli squali stilizzati che si trovano nel supporto al cassetto portaoggetti, sulle pareti dei pannelli porta anteriori oppure sul retro dei tappetini antiscivolo dei vani portaoggetti. Dei veri e propri easter egg che da quasi vent’anni sono diventati un dettaglio imperdibile per gli appassionati del marchio. Era infatti l’estate del 2004 quando il designer Dietmar Finger, mentre era al lavoro sulle linee della Corsa, stava cercando un modo per rendere meno impersonale un dettaglio nascosto della vettura, quando suo figlio gli disse: “Papà, perché non ci metti uno squalo?”. Il resto è storia.

Come la X Hybrid4, ma con più carattere. Due motori elettrici, uno da 110 CV all’anteriore e l’altro da 113 CV al posteriore, e uno termico di 1.6 litri da 200 CV: il risultato sono quattro ruote motrici e una potenza complessiva di 300 CV. Questa è la carta d’identità della Opel Grandland GSe. E se il cuore non cambia molto rispetto alla variante X Hybrid4, sono le sensazioni di guida a evolvere. La ricetta della GSe prevede, infatti, ammortizzatori Koni FSD (che regolano il flusso dell’olio idraulico a seconda della frequenza di oscillazione della sospensione), una ritaratura del servosterzo per un feeling di guida più solido e cerchi da 19 pollici con design specifico. Attenzione anche all’estetica: il tetto, i loghi e il diffusore posteriore nero (volendo, come optional, anche il cofano può avere questa tinta) caratterizzano l’allestimento, mentre dentro troviamo sedili sportivi, rivestiti di Alcantara e con impressi i loghi GSe, immancabilmente certificati Agr (l’ente indipendente tedesco degli specialisti in medicina posturale). Infine, la “e” può significare anche efficienza: in alcune situazioni viene privilegiato l’impiego del motore elettrico posteriore, escludendo l’anteriore in modo da ridurre i consumi di corrente (a proposito, la batteria è da 13,2 kWh e promette fino a 60 km d’autonomia in modalità 100% elettrica).

Assetto specifico e sound virtuale. L’Astra GSe, invece, monta un 1.6 benzina abbinato a una sola unità elettrica per una potenza di sistema di 235 cavalli e 360 Nm, con l’autonomia in Ev dichiarata che rimane a quota 60 chilometri. Come sulla Suv, anche sulla segmento C troviamo una nuova taratura dello sterzo e sospensioni Koni FSD, a cui si aggiunge una modifica sostanziale dell’assetto: la GSe ha un’altezza da terra inferiore di 10 mm rispetto alla variante standard, mentre l’Esp ha una nuova messa a punta per dare maggiori libertà nella guida sportiva. I rivestimenti dei sedili sportivi anteriori sono di Alcantara, mentre il volante è rifinito di pella Nappa. I cerchi sono da 18 pollici con un design specifico simile a quello della Grandland: le versioni Gse saranno disponibili per Astra e Astra Sports Tourer, con le prime consegne previste nella primavera 2023.