S&P Global Mobility – Nuovo taglio alle stime sulla produzione globale

A poco più di un mese dalla prima revisione al ribasso, S&P Global Mobility taglia nuovamente le stime sulla produzione globale di auto. Le prospettive erano state già ridimensionate a marzo per la guerra in Ucraina, ma ora sono state ulteriormente ridotte a causa di diverse problematiche tra cui “una ripresa abbastanza lenta delle forniture di semiconduttori, l’impatto delle ulteriori misure restrittive legate al Covid-19 in Cina e le implicazioni di lungo termine del rincaro delle materie prime” sui prezzi delle automobili. Di conseguenza, la società di ricerche, un tempo parte della divisione Automotive di IHS Markit, prevede per quest’anno che le fabbriche di tutto il mondo sfornino circa 80,625 milioni di veicoli leggeri, oltre 930 mila in meno rispetto alle stime di marzo.

L’andamento geografico. In termini di aree geografiche, sono la Cina e l’Europa le regioni con l’andamento peggiore. Le fabbriche cinesi dovrebbero assemblare 24,625 milioni di veicoli, l’1,6% in meno rispetto a quanto indicato a marzo, mentre i volumi europei sono previsti a circa 16,5 milioni, a fronte dei quasi 17 milioni di un mese fa. S&P Global Mobility, di contro, ha rivisto al rialzo le prospettive per il Nord America: gli impianti locali dovrebbero produrre 14,745 milioni di veicoli, 9.245 unità in più rispetto alla precedente previsione. Per il resto del mondo, i volumi produttivi sono visti poco sopra i 24,76 milioni, 45.265 in meno rispetto a marzo. “Attualmente – spiega il direttore esecutivo di S&P Global Mobility, Mark Fulthorpe – il rischio maggiore per le prospettive deriva dalla minaccia di ulteriori o prolungati lockdown nella Cina continentale e dall’influenza negative su catene di approvvigionamento globali già in sofferenza”.