Transizione ecologica – Case green, approvata la direttiva Ue: le novità per la mobilità Ev

La direttiva Ue Case green è realtà e, oltre agli edifici, tocca anche le auto elettriche. A poco più di un anno dal primo voto del Parlamento europeo, i ministri al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato le nuove norme per rendere il parco immobiliare continentale a emissioni zero entro il 2050. Nonostante il voto contrario di Italia e Ungheria e l’astensione di Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia, la direttiva verrà ora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Da quel momento, i Paesi membri avranno due anni di tempo per recepirla e presentare un piano di riduzione dei consumi. 

L’inquinamento degli edifici. La base di partenza della direttiva è che gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas serra. Per questo, gli Stati potranno attingere a numerosi fondi Ue (sociale per il clima, Recovery fund, di sviluppo regionale) per raggiungere quei 275 miliardi di euro di investimenti annui che trasformeranno radicalmente il patrimonio immobiliare dell’Unione. Il piano d’azione, infatti, prevede che gli edifici privati di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero già dal 2030; quelli residenziali non di nuova costruzione, invece, dovranno ridurre i consumi del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Obiettivi che dovranno essere raggiunti soprattutto ristrutturando il 43% del patrimonio edilizio meno performante: a oggi si parla di oltre 500 mila edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati. I singoli Stati, comunque, possono esentare stabili specifici come quelli storici, i luoghi di culto o quelli di proprietà delle forze armate.

Arriva il solare. La direttiva Case green punta molto sul fotovoltaico per abbattere le emissioni. I nuovi edifici dovranno essere “solar-ready”, ovvero pronti a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. Scatta anche l’obbligo di installare i pannelli sui nuovi stabili pubblici e non residenziali tra il 2026 e il 2030: la data varia in base alle loro dimensioni. C’è poi tempo fino al 2040 per abbandonare le caldaie a gas (il limite precedente era il 2035) e già a partire dal 2025 cadranno le agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali: rimarranno solo quelle per i sistemi ibridi che combinano caldaie e pompe di calore. 

La mobilità elettrica. “I veicoli elettrici svolgeranno un ruolo cruciale nella decarbonizzazione e nell’efficienza del sistema elettrico”, scrivono da Bruxelles, e così gli edifici non residenziali di nuova costruzione o sottoposti a una ristrutturazione importante con un numero di posti auto tra 5 e 20 dovranno avere almeno un punto di ricarica ogni cinque posti e il pre-cablaggio per almeno il 50% degli stalli, così da permettere la successiva creazione di punti di ricarica. Quelli con più di 20 posti auto dovranno garantire, entro il primo gennaio 2027, almeno un punto di ricarica ogni 10 stalli e, se sono di proprietà o occupati da enti pubblici, anche il pre-cablaggio per almeno un posto su due entro il primo gennaio 2033. Gli stabili residenziali di nuova costruzione (o sottoposti a una ristrutturazione importante) con più di tre posti auto invece dovranno avere il pre-cablaggio per almeno la metà degli stalli. In tal senso l’Ue prevede anche di semplificare la procedura per l’installazione di punti di ricarica negli edifici residenziali e non, nuovi ed esistenti, facendo cadere la necessita di ottenere il consenso del proprietario per un punto di ricarica privato a uso personale: la richiesta di locatari o comproprietari di essere autorizzati a installare infrastrutture di ricarica in un posto auto potrà essere rifiutata solo per motivi gravi.