Euro 7 – I costruttori europei: “A rischio la nostra competitività, prezzi su di 2 mila euro”

L’Acea torna a lanciare un appello alle istituzioni europee affinché venga salvaguardata la competitività di un settore alle prese con una pressione normativa ed economica senza precedenti, tra nuovi standard per le emissioni Euro 7, destinati ad aumentare i prezzi delle auto “di almeno 2 mila euro senza determinare nessun beneficio ambientale”, forti rincari dei costi produttivi e una transizione all’elettrico fortemente squilibrata rispetto alla concorrenza asiatica o statunitense. L’associazione, per bocca del suo presidente Luca de Meo, chiede, innanzitutto, che si accelerino le iniziative per “garantire la base industriale dell’Unione” durante la transizione ecologica e si proteggano le capacità competitive dell’intera filiera. 

Il vertice. De Meo ha colto l’occasione di un’audizione tenuta all’Europarlamento a pochi giorni dalla riunione del Consiglio europeo: tra il 23 e il 24 marzo, i rappresentanti dei Paesi membri discuteranno di diversi argomenti, alcuni dei quali di particolare importanza per l’economia europea. I leader nazionali dovrebbero discutere di sicurezza energetica, mercato unico o del patto di stabilità, nonché delle proposte della Commissione per migliorare la competitività dell’industria e rispondere alle politiche protezionistiche degli Stati Uniti e all’agressività della Cina. Al termine della due giorni non è esclusa una riunione dell’Eurosummit; inoltre, è possibile che leader e delegazioni affrontino alcuni temi rilevanti per il settore automobilistico, tra cui lo stallo istituzionale sullo stop alla vendita di auto endotermiche per il 2035 e lo scetticismo manifestato da diversi Paesi sull’Euro 7. 

L’appello. “L’Europa e la sua industria automobilistica sono a un punto di svolta. Le sfide sono enormi, così come la pressione sul comparto dell’auto. Oggi i costruttori europei si trovano ad affrontare una sfida molto asimmetrica”, ha affermato de Meo, sottolineando come il settore non sia più il traino principale dell’innovazione da una parte e dall’altra debba contrastare una concorrenza fortemente sostenuta dai governi di altre aree geografiche: “Non stiamo più guidando la corsa tecnologica. Allo stesso tempo, mentre gli incentivi all’acquisto di veicoli a emissioni zero diminuiscono in Unione europea, notiamo un massiccio sostegno ai nostri concorrenti in Cina e negli Stati Uniti. Tutto ciò avviene in un contesto in cui la competitività generale dell’Europa si sta erodendo”. A rincarare la dose ha pensato il direttore generale dell’associazione, Sigrid de Vries: “Una delle principali sfide per il settore automobilistico negli ultimi anni è stata l’enorme volume di nuove normative, che vanno dalla riduzione delle emissioni di CO2 allo scarico all’integrazione di criteri di sostenibilità e di criteri di due diligence nella legislazione automobilistica. E mentre la legittimità di queste iniziative non è in discussione e l’industria investe pesantemente nel raggiungimento dei loro obiettivi, l’Europa può e deve fare meglio affinché la legislazione sia coerente, realizzabile e competitiva in un contesto globale”.

L’impatto dell’Euro 7. De Vries ha puntato l’attenzione sull’impatto dei nuovi standard di emissione, per i quali non sono pochi i Paesi e gli stessi costruttori che chiedono profonde modifiche e magari un rinvio rispetto all’intento originario della Commissione europea su un’entrata in vigore già per il 2025. “La recente proposta Euro 7 sulle emissioni inquinanti è un ottimo esempio di un regolamento che aggiungerà complessità e incertezza alle decisioni chiave e agli investimenti dei produttori di veicoli europei, senza apportare i benefici ambientali che la proposta promette di ottenere”, ha proseguito il direttore generale. In particolare, secondo l’associazione, l’attuale normativa Euro 6, insieme alla prevista crescita dei veicoli elettrici, ha il potenziale di portate a una riduzione dell’80% delle emissioni degli NOx entro il 2035 rispetto al 2020. Al contrario, la proposta per l’Euro 7 comporterebbe al massimo 4 punti percentuali aggiuntivi per le automobili e 2 per i camion. Dunque, si avrebbe un impatto solo “marginale” a “un costo elevato”. Per l’Acea, il nuovo standard “comporterebbe un aumento medio di 2.000 euro al prezzo di un’auto nuova. Ciò significa che molte persone sarebbero costrette a prolungare la vita delle loro vecchie auto, con un effetto controproducente sull’ambiente e sul clima”.

Lavoriamo insieme. “Poiché il rinnovo del parco circolante è lo strumento più forte per ridurre le emissioni sia di CO2 che di particelle inquinanti, dovremmo cercare dei modi per accelerarlo. Dobbiamo anche valutare ulteriori opportunità, utilizzando gli strumenti giusti e agendo dove ha senso. Per la qualità dell’aria, dovremmo concentrarci sulle grandi aree urbane, rispettando i principi di sussidiarietà e proporzionalità, perché è qui che c’è un vero problema”, conclude de Meo. “Il nostro messaggio ai responsabili politici dell’Ue è che è possibile migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’impatto climatico e mantenere la competitività allo stesso tempo. Siamo pronti a lavorare insieme per trovare i percorsi migliori per raggiungere questi obiettivi”.